mercoledì 23 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
Le gite ...
giovedì 17 dicembre 2009
La speranza
martedì 15 dicembre 2009
L'impegno sociale
Non si può cambiare la società se non si cambiano i singoli individui,
ma i singoli possono cambiare più velocemente in una società più moderna.
Ti proponiamo di riflettere su alcuni concetti che sono tipici del Well-being.
- Solo una società che promuova prioritariamente tutti gli aspetti di uno stile di vita corretto (lotta alle dipendenze, sana alimentazione, attività fisica, equilibrio mentale ecc.) può fare in modo che i suoi membri vivano al meglio.
- Solo promuovendo una cultura centrata sulla ragione si possono superare le forme più anacronistiche di irrazionalità (magia, superstizione, astrologia ecc.) ed evitare i danni che l'irrazionalità produce quotidianamente nella società.
- Solo una società che non abbia come fine il profitto o il potere di pochi può assicurare una dimensione più umana del lavoro dove il singolo non sia schiacciato da logiche competitive e possa trovare tempo e spazio per le sue inclinazioni personali.
- Solo una società veramente laica può garantire una reale integrazione di culture moderne, ma differenti. La religione deve avere una dimensione prioritariamente personale più che collettiva.
- Solo una visione della solidarietà come sentimento sociale può risolvere i problemi dei più deboli. Deve essere lo Stato, e non il singolo, a provvedere alla solidarietà, come avviene già da tempo per la legge.
- Solo sradicando le forme più subdole di violenza non criminale, si potranno veramente vincere razzismo, bullismo, discriminazioni ecc. Chi dà uno schiaffo al proprio figlio senza capire che è un genitore che ha fallito l'educazione, chi pretende di possedere la vita di un'altra persona per gelosia o per rapporti gerarchici, chi pretende sempre di farsi giustizia da sé sono esempi di persone che vivono ancora nel secondo millennio.
- Solo capendo che la vecchiaia è una colpa e che esiste una grande differenza fra il vecchio (che è invecchiato male per discutibili scelte salutistiche e psicologiche) e l'anziano (che invece ha fatto ottime scelte e vive bene la terza età) si potrà evitare una società di vecchi: si deve insegnare alle persone a invecchiare bene, non banalmente incitare i giovani a fare figli per assistere un giorno vecchi non autosufficienti.
- Solo capendo che si deve ridurre, localmente e globalmente, l'ingombrante impatto che l'uomo ha quantitativamente sul pianeta (antropentropia), si potrà salvare la Terra.
Molti di questi concetti ti stupiranno, ma sono semplicemente il futuro.
giovedì 10 dicembre 2009
Uomini neri
Dopo aver visto questo stanotte ho sognato Ninco Nanco , Crocco e mio nonno reduce da Fiume che mi cantavano Guerra dei Litfiba oltre a bestemmiare in dialetto lucano che toscani e baresi non sono nulla a confronto. (lo so è un sogno di merda ma vi giuro che mi viene da piangere oltre a una rabbia...)
eccovi due foto dei primi passi (ma in realtà ne hanno fatti tanti altri, vedi i pozzi cerro falcone a calvello) dell’industria del petrolio nei boschi di sellata-pierfaone (foresta regionale) a due passi dalle sorgenti di fossacupa, organoletticamente una delle migliori acque a livello europeo, quella che negli anni settanta era la principale fonte a cui si approviggionava la città di potenza e che aveva portato la stampa internazionale a censirla come la seconda migliore acqua d’europa…ora cominciano a trivellare per le prime prospezioni, quelle che attraverso scoppi di cariche esplosive sotterranee sistemate sul fondo dei buchi che vedete eseguiti dalla macchina perforatrice vengono ascoltate per percepire dalle onde microsismiche di ritorno la presenza di quegli strati geologici profondi, precursori della zolla appula in cui c’è la presenza di idrocarburi…peccato che in questa operazione apparentemente innocua, vi sia il concreto rischio di perdita di flussi idrici, peccato che in caso di presenza di petrolio di quei boschi fantastici rimarrà solo il simulacro…per chi volesse controllare di persona, sulla strada che dal pantano conduce verso pietra del tasso (meta di arrampicate abbastanza conosciuta) e verso la sorgente di fossacupa ed oltre verso sasso di castalda si vede facilmente l’operazione!!!
La moneta del mondo è energia naturale ad alto Eroei.
Il resto è carta, o lavoro duro. O debito duro.
martedì 8 dicembre 2009
Riscaldamento: come risparmiare energia (e denaro)
Via casa&clima:
Installando nelle caldaie sistemi di trattamento dell'acqua le famiglie possono risparmiare fino a 300 euro all'anno
Con l'arrivo del freddo e l'accensione delle caldaie gli italiani devono ancora una volta fare i conti con i costi del riscaldamento: si calcola che le famiglie italiane spendono in media per questa voce circa 1.200 euro all'anno. Non tutti sanno, però, che è possibile ridurre il consumo energetico delle caldaie, e quindi ottenere un risparmio economico, semplicemente attraverso il trattamento dell'acqua.
Un convegno a Milano
Questo tema è stato al centro del convegno “Acqua di casa: l'energia del risparmio”, organizzato il 9 novembre scorso a Milano da Aqua Italia, l'associazione – federata ad Anima - delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie. All'incontro hanno partecipato, oltre al presidente di Aqua Italia Lorenzo Tadini, il presidente di Assotermica Paola Ferroli, l'Ing. Valerio Dabove di Assistal, l'On. Maurizio Bernardo della Commissione Finanze della Camera, e il Sen. Marco Stradiotto della Commissione Finanze del Senato.
“Nel nostro Paese – ha dichiarato il presidente di Aqua Italia - è necessario favorire lo sviluppo di una nuova cultura dell'acqua di casa per gli utilizzi tecnologici che ci porti ai livelli di efficienza degli altri paesi europei. Per farlo abbiamo riunito tutta la filiera così da offrire il quadro il più esaustivo possibile in riferimento al miglioramento dell'efficienza degli impianti di riscaldamento e a tutti i vantaggi che ne derivano”.
Il calcare riduce l'efficienza degli impianti
Nel corso del convegno è stato sottolineato come il trattamento domestico dell'acqua sia in grado di consentire un consistente risparmio energetico e una maggiore durata e sicurezza degli impianti termici. Le caldaie, ad esempio, presentano come inconvenienti tipici le corrosioni (dovute alla “naturale” aggressività dell'acqua e al depositarsi di particelle solide) e le incrostazioni calcaree (provocate dalla precipitazione dei sali di calcio e di magnesio che si depositano negli impianti), causa di una riduzione dell'efficienza dell'impianto, di un ridotto scambio termico e di occlusioni.
I rimedi
Il rimedio consiste nel trattamento dell'acqua: oltre al dosaggio (tra le prime azioni essenziali di protezione degli impianti), è possibile utilizzare la filtrazione dell'acqua oppure l'addolcimento con resine (vedi immagine), un tipo di trattamento con cui si sostituiscono gli ioni incrostanti o duri (calcio e magnesio) con ioni che non formano incrostazioni (sodio).
Recupero di efficienza
Secondo una ricerca presentata durante il convegno, il trattamento dell'acqua consente un recupero di efficienza delle caldaie compreso tra il 15 e il 17% all'anno, a cui si deve sommare un recupero di efficienza del 5-6% sul circuito di riscaldamento. “Questo si traduce – sottolinea Tadini - in un doppio vantaggio per il consumatore: una diminuzione della dispersione di energia e un notevole risparmio economico in bolletta”.
Risparmio economico
Ad esempio, installando nella propria caldaia un piccolo sistema di rilascio di polifosfati, per una spesa di circa 40 euro, si ottiene un risparmio economico annuale di quasi il 20%, pari a circa 250/300 euro all'anno per famiglia. “Per conoscere la soluzione migliore per la propria abitazione – aggiunge il presidente di Aqua Italia - è fondamentale la consulenza di un installatore certificato che possa ricercare trattamenti e soluzioni energetiche per l'acqua calda e fredda in grado di offrire un effettivo risparmio ai consumatori oltre a creare valore aggiunto positivo per l'ambiente”.
Interventi legislativi
Tra l'altro, come evidenziato durante l'incontro dall'On. Maurizio Bernardo della Commissione Finanze della Camera, il trattamento dell'acqua è previsto all'art. 4, comma 14 del Dpr 2 aprile 2009, n. 59, entrato in vigore il 25 giugno scorso. Di seguito riportiamo il testo:
“14. Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di edifici di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dal decreto legislativo all'articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), limitatamente alle ristrutturazioni totali, e nel caso di nuova installazione e ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, di cui alla lettera c), numeri 2) e 3), fermo restando quanto prescritto per gli impianti di potenza complessiva maggiore o uguale a 350 kW all'articolo 5, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, è prescritto:
a) in assenza di produzione di acqua calda sanitaria ed in presenza di acqua di alimentazione dell'impianto con durezza temporanea maggiore o uguale a 25 gradi francesi:
1) un trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva minore o uguale a 100 kW;
2) un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW;
b) nel caso di produzione di acqua calda sanitaria le disposizioni di cui alla lettera a), numeri 1) e 2), valgono in presenza di acqua di alimentazione dell'impianto con durezza temporanea maggiore di 15 gradi francesi.
Per quanto riguarda i predetti trattamenti si fa riferimento alla norma tecnica UNI-CTI 8065”.
giovedì 3 dicembre 2009
venerdì 20 novembre 2009
tapperanno le falle??
Il problema è tappare le troppe falle degli acquedotti italiani?
Al Politecnico di Torino hanno inventato un marchingegno tecnologicamente complesso ma concettualmente semplice: un piccolo “pesce”, che è in grado di rilevare le perdite (poiché emettono suoni riconoscibili dal normale flusso), viene immesso nelle tubazioni degli acquedotti. Quando trova una falla, invia un segnale radio (probabilmente utilizzando il sistema GPS, ma non ne sono certo) e chi deve riparare quella falla va a colpo sicuro: il risparmio di tempo e di denaro è notevole, visto che il 58% dell’acqua va perduta proprio dalle falle delle grandi condotte.
INVENZIONI
Arriva la talpa salva acquedotti
"nuota" nei tubi, svela le perdite
Il progetto, sviluppato dal Politecnico di Torino, è stato premiato in Qatar. Consente di limitare gli sprechi grazie alla tecnologia senza fili di GIULIA BELARDELLI
Wireless Sensor Networks
Wireless sensor networks represent one of the major research lines for the iXem Labs. Thanks to a capability to design antennas able to work in harsh and difficult environments, the Labs can easily adapt the wireles technology to remotely assist any kind of sensoring or measuring activity.
In particular, a study related to the development of new technologies for leak detection and path identification of the water distribution infrastructures is being carried out. A dedicated radiofrequency device able to transmit from an interred pipe filled with pressured water has been realized and is being tested.
giovedì 19 novembre 2009
L’ITALIA È SOVRAPPOPOLATA
Bellissimo sito per chi non lo conosce ancora
http://www.oilcrash.com/italia.htm
Alcuni passaggi
Per millenni, quando l’umanità non era autrice del suo proprio destino, la popolazione saliva e scendeva insieme all’umana fortuna. Le situazioni favorevoli portavano ad una crescita della popolazione, quelle sfavorevoli a un suo declino. Ora, per la prima volta nella storia, ci troviamo di fronte a un declino causato non da una situazione sfavorevole, ma da una favorevole. Ora è la ricchezza materiale, non la povertà, che porta a un calo della popolazione.
Ma se le cause sono benigne, che dire delle conseguenze? Se il calo della popolazione è più lento della crescita naturale della produttività (o della produzione individuale), allora l’economia continuerà a crescere. Per esempio, un modesto calo della popolazione dello 0,25% all’anno, ridurrebbe la crescita economica annuale della Gran Bretagna dal 2,25% al 2%. Difficilmente si può parlare di recessione. La quantità dei consumatori può ridursi, ma la crescita del reddito – e il mercato dell’esportazione – assicureranno che la domanda resti elevata. Nè ci sarà una crisi demografica, con enormi quantità di anziani a sovraccaricare le persone in età lavorativa. Il declino della popolazione comporta anche meno bambini da mantenere, istruire ed educare per i primi venti anni economicamente improduttivi della loro vita. La percentuale di dipendenza tra lavoratori e non-lavoratori resta virtualmente inalterata tanto che la popolazione cresca dello 0,25% all’anno, quanto che cali dello 0,25% all’anno. Gli adattamenti verso una società che invecchia – scoraggiare i pensionamenti precoci, passare a sistemi pensionistici a capitalizzazione – saranno necessari in ogni caso.
Però, una popolazione in calo – e questa è la ragione per la quale il mondo degli affari la teme – comporterà una graduale ma significativa ridistribuzione del potere da chi detiene il capitale verso chi detiene il lavoro. Una forza lavoro in via di riduzione mette coloro che lavorano in una posizione più forte – e per i lavoratori marginalizzati, può avere un effetto alquanto importante. Le aziende saranno obbligate a formare i lavoratori non specializzati, a mettere in atto politiche a favore della famiglia per non perdere le donne e per allettare i più anziani a restare al lavoro piuttosto che costringerli ad andarsene. La gente che possiede proprietà dovrà affittarle a prezzi minori, mentre coloro che affittano potranno scegliere posti più grandi nei quali vivere.
Gli effetti evidenti e benefici di questo trasferimento di potere da coloro che possiedono le strutture produttive a coloro che possiedono il lavoro – dai datori di lavoro ai lavoratori – si verificarono dopo la Morte Nera, che ridusse di un terzo la popolazione, portò al collasso del feudalesimo e annunciò “l’età d’oro dei contadini”. I proprietari terrieri non poterono più costringere i senza terra a lavorare gratis per loro secondo i legami feudali – la carenza di forza lavoro era tale che i contadini potevano andarsene altrove e pretendere vere retribuzioni. Le morti dovute alla malattia possono essere state devastanti, ma la vita di coloro che sopravvissero migliorò notevolmente.
Così, come sarebbe la vita in una Gran Bretagna con meno abitanti? Immaginate la M25 [una strada di grande comunicazione] senza ingorghi del traffico, immaginate treni sui quali potreste sempre trovare un posto per sedervi. Immaginate tutti gli anonomi palazzoni costruiti nel dopoguerra abbattuti e sostituiti da alberi. Immaginate le case grandi, ora divise in appartamenti, che ridivengono case come si deve. Immaginate la gente a basso reddito che scopre le gioie di disporre di stanze da letto, stanze per i giochi e studi.
oppure
Ecco come Fabrizio Argonauta, cofondatore del MIDD [19], propone alcune tematiche di rilievo per suggerire opportuni spunti d’indagine:
- ACQUA — Siamo portati a pensare che la penuria d’acqua sia un problema di Paesi altri dal nostro ma sono ormai anni che il fiume Po tocca in estate i minimi idrometrici mentre alcune zone del nostro meridione soffrono la siccità da ancora più tempo. L’inverno 2006/07 ha avuto temperature estive senza precipitazioni nevose di rilievo — che sono la riserva idrica alpina per la pianura Padana popolata da decine di milioni di abitanti per i quali la disponibilità d’acqua è una necessità primaria — e l’estate che verrà è prevista la più asciutta a memoria d’uomo. I cambiamenti climatici portano con sé una variazione del regime delle precipitazioni, mentre la popolazione continua ad aumentare accrescendo le esigenze e riducendo le disponibilità idriche pro-capite. Due tendenze che non tarderanno a rendere drammatiche le crisi idriche già ricorrenti su tutto il territorio italiano.
- ARIA — La concentrazione massima consentita di polveri sottili nell’aria delle nostre città è superata costantemente e la miscela di veleni che respiriamo è per lo più causato dalle industrie, dagli impianti di riscaldamento e dal parco veicoli circolanti. La pianura Padana vista dal satellite è come un catino colmo di veleni mentre la sua popolazione continua ad aumentare accrescendo in modo direttamente proporzionale le emissioni industriali, quelle degli impianti di riscaldamento e quelle del parco veicoli circolanti. Non possiamo qui tacere sul grave fatto che l’Italia pur avendo sottoscritto il trattato di Kyoto sulla riduzione delle emissioni in atmosfera le ha aumentate anno dopo anno invece di ridurle. Vorremmo che i sostenitori della crescita spiegassero come l’aggiunta ogni quinquennio di una nuova metropoli delle dimensioni di Milano dovrebbe aiutare a migliorare la situazione.
- ENERGIA — Energeticamente parlando l’Italia è un Paese ricco solo di sole e con la crisi energetica mondiale all’orizzonte risulta facile comprendere che non è possibile alcun piano energetico rassicurante a popolazione stabile, figuriamoci a popolazione crescente! Anche riuscendo ipoteticamente a contenere l’impiego pro capite d’energia, l’aumento degli utilizzatori inevitabilmente vanificherebbe ogni sforzo aumentando la richiesta e l’impiego energetici complessivi.
- GIUTIZIA — Lo sfacelo del sistema giuridico italiano è regolarmente raccontato nei dettagli ad ogni apertura di anno giudiziario per voce della stessa magistratura e sappiamo che i crimini aumentano con l’aumentare della popolazione, specie di quella giunta disperata clandestinamente. Con l’aumentare della popolazione la crisi della giustizia diverrà una disfatta ed il rischio vero è quello di perdere la pacifica convivenza.
- LAVORO — Il combinato disposto dell’automazione e della delocalizzazione industriale verso paesi esteri riduce i posti di lavoro mentre contemporaneamente l’aumentare della popolazione dimorante in Italia aumenta il numero di lavoratori disoccupati così come di quelli schiavizzati. Interessante a proposito notare come la creazione di posti di lavoro aumenti col tempo il numero assoluto dei disoccupati. Anche se sembra un paradosso, pensate ad una città con un tasso di disoccupazione per esempio del 10% nella quale un nuovo insediamento industriale riducesse della metà la disoccupazione (5%). Si da il caso però che la mobilità di chi è in cerca di lavoro porterà in città (urbanizzazione) molte persone sino a ricondurre la disoccupazione al 10% ma sarà un 10% su di un numero totale maggiore e dunque i disoccupati saranno aumentati in numero assoluto rispetto al passato. Il famoso esercito di riserva a disposizione dei condottieri d’industria.
- LIBERTÀ — Assumendo il principio liberale che prevede un limite alle libertà personali solo quando infrangono le libertà altrui diviene intuitivo comprendere che le libertà personali di ognuno sono inversamente proporzionali al numero delle persone coinvolte in uno spazio dato. In altre parole, e per fare un esempio su tutti, pensate alla mobilità urbana: semafori, divieti, sanzioni, restrizioni, limitazioni d’ogni tipo — tutte cose che restringono la libertà personale di movimento — esistono perché le strade sono sovraffollate e le restrizioni aumentano con l’aumentare dei veicoli circolanti. Più siamo e minori sono le libertà di ognuno, in ogni campo.
- PAESAGGIO — “L’occhio vuole la sua parte”. Su questo motto si fonda buona parte della nostra industria turistica. Peccato che nell’ultimo mezzo secolo siamo talmente cresciuti in numero e desiderio di disponibilità materiali che abbiamo scientificamente lavorato alla distruzione del Bel Paese. È come se stessimo segando il ramo sul quale siamo seduti. Gli scricchiolii e le oscillazioni che sentiamo sono il chiaro segnale del danno che abbiamo già apportato. Ogni ulteriore colpo di sega è un evidente segno di autolesionismo acefalo. Non resta che smettere di segare, ovvero di crescere.
- RIFIUTI — Quella dei rifiuti solidi urbani, specie nel Sud, è una conclamata emergenza nazionale. Non vogliamo qui entrare nel merito della diatriba termovalorizzatori sì o termovalorizzatori no. Riduzione degli imballaggi sì o riduzione degli imballaggi no. Noi vogliamo qui semplicemente segnalare che l’aumento del numero di individui presenti sul nostro territorio, con i propri desideri e le proprie necessità, annullerà i benefici di ogni soluzione adottata a prescindere dal suo grado d’efficienza o dalle sue controindicazioni. Agli attuali tassi di crescita della popolazione dimorante in Italia non si scorge una soluzione al costante aumento dei rifiuti. Non a caso il napoletano, che ha un tasso record in Italia di abitanti per chilometro quadrato, è il luogo dove il problema si manifesta più drammaticamente.
- SALUTE — Carenza di acqua e aria pure, prodotti agricoli e zootecnici contenenti veleni, vittime della strada, montagne di rifiuti anche tossici, ricomparsa di malattie infettive un tempo debellate e comparsa di nuovi ceppi virali sono tutte condizioni imposte dal sovraffollamento. È normale che oltre un certo livello di sovraffollamento la salute pubblica risulti minata. Già sentiamo i commenti dei lietopensanti che ci dicono che la durata della vita media è aumentata e dunque quelli sulla salute sono allarmi ingiustificati. Invece no: anche se la tecnologia applicata alla scienza medica riesce a mantenere in vita nonostante i danni causati alla salute dal sovraffollamento che vita è? Vita per noi è aria pulita, acqua pura, cibo sano, la massima libertà individuale possibile, spazio vitale pro capite a disposizione ed integrità psicofisica. Non una condizione più o meno acuta di patologie fisiche e psicologiche che ci accompagnano sino a tarda età costringendoci ad una sequenza di cure per tirare avanti alla meno peggio e per di più ingrassando le industrie farmaceutiche. Questa per noi non è salute, questa per noi non è vita auspicabile.
martedì 17 novembre 2009
sul collaudo energetico degli edifici
A seguito dell'esito dell'ispezione termografica, si può procedere alla verifica quantitativa del valore di trasmittanza delle pareti in corrispondenza delle zone individuate come “problematiche” e “non problematiche”; la verifica viene effettuata mediante termoflussimetro a piastra col metodo delle medie progressive secondo la norma ISO 9869; essa descrive “il metodo del termo flussimetro per le misure di trasmissione del calore per elementi piani di involucro “strati opachi perpendicolari alla direzione del flusso termico senza significativo flusso laterale)”. I termo flussimetri sfruttano il fenomeno fisico noto come “effetto Seebeck”, ovvero la generazione di una forza elettromotrice in un circuito costituito da metalli diversi quando i punti di giunzione si trovano a temperature diverse. Il termo flussimetro a piastra dev’essere montato sulla parete dove la temperatura è più stabile, ovvero all’interno dell’abitazione. Per l’unità esterna bisogna evitare l’esposizione solare, quindi è raccomandata la parete nord.
E’ bene effettuare la misura di presenza di buone differenze di temperatura tra interno ed esterno; la durata minima della misura dev’essere di almeno 72 ore, ma se la temperatura non è stabile attorno al termo flussimetro è necessaria una misura più lunga.
qui
ma soprattutto:
La misura di trasmittanza è una realtà concreta, una tecnica complessa e poco conosciuta che rischia di essere bistrattata se l'operatore che la esegue non ha acquisito i fondamentali necessari ad evitare errori grossolani. (questo è vero anche per tutte le altre tecniche).
Prodotti Strumenti per misure di dispersionie energetica
PS:
non lavoro per le suddette aziende però mi sembrava utile fare due esempi di certificazione energetica
domenica 8 novembre 2009
Canale youtube
http://www.youtube.com/user/pandemonio748#p/u dove ho caricato qualche video sulle rinnovabili preso da televisioni straniere ( ebbene sì anche se Libero o il Giornale non ve lo dice all'estero c'è qualcuno che sta lavorando su queste cose) oppure nei preferiti troverete alcune mie segnalazioni sempre pertinenti alle rinnovabili o all'innovazione in generale e della Basilicata.
Per esempio avevo letto di un ingegnere francese che aveva costruito un modulo eolico dalle dimensioni estremamente ridotte che, per mezzo di un complicato sistema di filtri, estirpa lumidità dall'atmosfera e la rende disponibile per l'uso alimentare. L'acqua cosi prodotta viene accumulata e può essere subito utilizzata per mezzo di un comune rubinetto.
Ebbene il video è qui, nel mio canale:
oppure quel gruppo di imprenditori lombardi che ha inventato un sistema di trazione innovativo (vedere per credere):
E se proprio non vi garba un cavolo di ste cose ho pure una serie di video musicali new-wave italiana di quella di classe come i Diaframma, Litfiba o Faust'ò(Fausto Rossi)
giovedì 5 novembre 2009
I giornalisti e l'Eroei
Per carità parlare di energie rinnovabili va bene ma c'è una piccola cosa che pochi hanno capito e dubito che questi giornalisti lo abbiano compreso: è il concetto di EROEI. Cioè io vorrei che a notizie come la seguente il giornalista oltre che riportare l'agenzia faccia lo sforzo di mandare un'e-mail all'azienda o ''chicchessia'' per fare la seguente semplice domanda:
QUALE EROEI PENSIATE ABBIA IL VOSTRO SISTEMA? E COME LO AVETE CALCOLATO?
Vi riporto alcuni passaggi dell'intervista di Caravita a Massimo Ippolito l'ideatore del Kitegen che vi illumineranno:
L’importante è la stima dell’Eroei, ovvero dell’energia che dobbiamo spendere per ricavarne altra rinnovabile. E in quale misura. Oggi questo è il problema a lungo termine un po’ di tutte le fonti, sia fossili, nucleari che anche rinnovabili. E oggi l’Eroei delle fonti fossili sta scendendo, mentre quello delle fonti alternative resta piuttosto basso. Questo implica che il mondo verrà condannato a un relativo impoverimento, dovrà produrre sempre più energia solo per produrre l’energia necessaria alla sopravvivenza della civiltà umana….
Torniamo all’eroei. Se guardiamo complessivamente allo scenario energetico attuale vediamo che quello dei fossili cala, l’eolico tradizionale sembra fermo, e il fotovoltaico appare ancora piuttosto basso. Con una ricerca sulle nanostrutture che potrebbe essere anche molto lenta. Dove sta la soluzione, almeno per i prossimi anni?
Io riconosco un fondo di verità nelle critiche alle tecnologie energetiche alternative, ancora di nicchia. Quali quelle, drastiche, fatte da Franco Battaglia. Benché lui mostri la stessa miopia verso il nucleare, che è e resta una cenerentola. Nessuno, per esempio, sa esattamente il ciclo di vita dei pannelli in tellururo di cadmio. Questo è ancora un punto interrogativo. C’è chi arriva a sostenere che i pannelli fotovoltaici dovrebbero avere un ciclo di vita breve, da cinque anni, per ragioni di marketing e di vendita continua ai clienti. Una follia, sarebbe una strage termodinamica. Useremmo più energia di quella prodotta solo per ragioni commerciali. Il modo giusto invece per affrontare l’innovazione energetica sta nel misurare l’eroei effettivamente ottenibile, e su un ciclo di vita il più lungo possibile. E poi l’eroei lo calcoliamo con il metodo di Jeff Vail, ovvero a regressione infinita, sui veri costi industriali (salari inclusi, istallazione…), oppure, come molti accettano oggi, solo sui materiali necessari a produrre i vari dispositivi o a estrarre le risorse? Adotto in via conservativa il metodo più restrittivo e quindi ricavo dal kitegen un valore di 70, che va moltiplicato per dieci per compararlo con quello comunemente accettato per il fotovoltaico e l’eolico. Se si calcola, spesso, che l’eolico tradizionale ha un Eroei limitato ai materiali di 20-30, quello reale, secondo il metodo di Vail, è solo tre. E trovo quest’ultima metodologia più razionale. Perché si usa il costo industriale.
Quindi, sostieni che se sbagliamo i conti sull’eroei facciamo un errore davvero madornale. Potremmo trovarci a investire su fonti alternative che invece di dare un futuro all’umanità potrebbero generare ulteriori danni, anche catastrofici. Quindi è bene usare qui un principio di precauzione, calcolare tutti i costi incorporati nelle fonti, secondo un metodo di regressione infinita…..
Sì. Un Eroei di 70 è molto simile all’Eroei dell’estrazione del petrolio nei primi anni dello scorso secolo. Mi sono divertito a fare dei diagrammi sulla propagazione sostenibile dei Kitegen. Che è del 360%. Il primo anno facciamo un kitegen-stem e ne traiamo due milioni di euro in termini anche di certificati verdi. Il secondo anno ne possiamo quindi fare tre, poi dieci e così via. Il risultato è 360%, e in autofinanziamento. Io sono il peggiore dei catastrofisti. Perché spesso mi sento in dovere di dire che se non ci aiutate con il kitegen è la catastrofe. E siamo alla ricerca di concorrenti, di gente che ci vinca tecnicamente, da cui imparare.
Dal sito corriere.it
il progetto finlandese ha ricevuto un contributo di 3 milioni di euro
Porte girevoli per l'energia dalle onde
Ogni porta, posizionata da 6 a 23 metri sotto la superficie del mare, può generare 300 chilowatt
QUALE EROEI PENSIATE CHE ABBIA IL VOSTRO SISTEMA? E COME LO AVETE CALCOLATO?
domenica 25 ottobre 2009
Primarie
oppure:
o:
...anche se è una cagata questo è uno dei post più sofferti della mia vita digitale....
martedì 15 settembre 2009
Riguardo l'off-shore di Termoli
Iorio dice 'no' all'impianto eolico offshore al largo della costa molisana
Secondo le popolazioni dei centri interessati il parco eolico rappresentera' un grosso freno allo sviluppo turistico della costa molisana. Il gigantesco impianto, infatti, sorgera' nel tratto di costa piu' frequentato e incontaminato del litorale molisano. Sara' inoltre visibile tanto da Termoli che da Montenero di Bisaccia e comportera' l'interdizione di un vasto specchio d'acqua alla navigazione e alla pesca, cozzando con la presenza dei porti turistici.
Mio commento:
Ecco come sarà visibile da Termoli e Montenero di Bisaccia in più è risaputo che l'interdizione alla pesca di ''un vasto specchio d'acqua '' può solo favorire il ripopolamento ittico in alcuni casi forzarne addirittura l'aumento .Per quanto riguarda i porti turistici...
Dal sito della società che realizzerà l'opera ( sarà di parte ok però dà un'idea che non penso differisca di molto da questa, cliccate sulla foto del centro olii di Viggiano con tasto destro-visualizza immagine per notare che cosa è un impatto visivo in quello che DOVEVA DIVENTARE Parco della Val D'Agri)
Da notare: ''è soggettivo ritenere che tale impatto sia negativo''
Alcuni Fotomontaggi e simulazioni dell'impatto visivo inseriti nello Studio di Impatto Ambientale consegnato al Ministero dell'Ambiente che visualizzano centrale eolica offshore San Michele vista da diversi punti della costa:
Fotoinserimento n° 1 : la centrale eolica offshore vista dalla Stazione Aeronautica della città di Termoli.
Fotoinserimento n° 2: la centrale eolica offhsore vista da Vasto
Fotoinserimento n° 3: la centrale vista da San salvo Marina, inizio della passeggiata a mare.
Fotoinserimento n° 4: la centrale vista dal litorale di Marina di Montenero in prossimità della foce del Fiume Trigno.
Fotoinserimento n° 5: la centrake vista dal litorale nei pressi di Petacciato Marina, foce del torrente Tecchio.
Fotoinserimento n°6: la centrale , vista da una motonave che si dirige alle Isole Tremiti.
Fotoinserimento n°7: la centrale vista dalla strada statale n°16.
Fotoinserimento n°8: la centrale è invisibile dalle isole Tremiti; in questa simulazione vista dall’Isola di San Domino, le turbine sono situate al limite dell’orizzonte, invisibili e sono indicate dalla nuvoletta.
Dall'analisi dei diversi punti di vista considerati nei foto inserimenti visualizzati, si rileva che l'impatto visivo può essere considerato di non rilevante entità.
In particolare dai centri di Termoli, Vasto e dalle Isole Tremiti l'impatto è trascurabile. Dalle località di mare di Petacciato Marina e Marina di Montenero l'impatto risulta maggiore, ma comunque è soggettivo ritenere che tale impatto sia negativo.
Per le località di Campomarino e Lido di Campomarino l'impatto è nullo.
Dalle Isole Tremiti e dall'Altopiano del Gargano a malapena si riescono a distinguere le turbine, pertanto l'impatto è irrilevante.
Gli impatti appena citati possono essere mitigati con opportuni accorgimenti:
1. colorazione opportuna delle turbine e delle relative torri in modo da non incidere pesantemente sul paesaggio: le turbine scelte per il progetto hanno tutte la stessa colorazione bianca in modo tale da non incidere sul paesaggio costituendo un'unità armonica ma anche in modo tale da essere visibili per i volatili e ridurre il rischio di collisione;
2. maggior distanza possibile dalla linea di costa in modo da minimizzare la visibilità;
3. disposizione delle turbine (a maglia per esempio) in modo da minimizzare l'impatto visivo: le turbine sono state disposte a maglia, con il lato maggiore di essa parallelo alla costa.
E' ovvio che tutte queste misure di mitigazione devono essere effettuate nei limiti delle misure che garantiscano la sicurezza. Ad esempio l'assenza di luci segnaletiche può rappresentare un pericolo nei confronti del rischio di collisione di navi o aerei.
Nell'ambito di una valutazione degli impatti è necessario effettuare analisi al fine di individuare un giusto equilibrio tra l'aspetto riguardante la sicurezza contro il rischio di collisione e l'aspetto riguardante l'impatto visivo.