giovedì 5 novembre 2009

I giornalisti e l'Eroei

Ormai ogni giorno vi è la notizia di qualche progetto o nuovo sistema di energia rinnovabile riportata da giornalisti che il giorno prima hanno fatto i reporter al campionato italiano di sudoku(!cliccate sul nome del giornalista).

Per carità parlare di energie rinnovabili va bene ma c'è una piccola cosa che pochi hanno capito e dubito che questi giornalisti lo abbiano compreso: è il concetto di EROEI. Cioè io vorrei che a notizie come la seguente il giornalista oltre che riportare l'agenzia faccia lo sforzo di mandare un'e-mail all'azienda o ''chicchessia'' per fare la seguente semplice domanda:

QUALE EROEI PENSIATE ABBIA IL VOSTRO SISTEMA? E COME LO AVETE CALCOLATO?


Vi riporto alcuni passaggi dell'intervista di Caravita a Massimo Ippolito l'ideatore del Kitegen che vi illumineranno:

L’importante è la stima dell’Eroei, ovvero dell’energia che dobbiamo spendere per ricavarne altra rinnovabile. E in quale misura. Oggi questo è il problema a lungo termine un po’ di tutte le fonti, sia fossili, nucleari che anche rinnovabili. E oggi l’Eroei delle fonti fossili sta scendendo, mentre quello delle fonti alternative resta piuttosto basso. Questo implica che il mondo verrà condannato a un relativo impoverimento, dovrà produrre sempre più energia solo per produrre l’energia necessaria alla sopravvivenza della civiltà umana….

Torniamo all’eroei. Se guardiamo complessivamente allo scenario energetico attuale vediamo che quello dei fossili cala, l’eolico tradizionale sembra fermo, e il fotovoltaico appare ancora piuttosto basso. Con una ricerca sulle nanostrutture che potrebbe essere anche molto lenta. Dove sta la soluzione, almeno per i prossimi anni?

Io riconosco un fondo di verità nelle critiche alle tecnologie energetiche alternative, ancora di nicchia. Quali quelle, drastiche, fatte da Franco Battaglia. Benché lui mostri la stessa miopia verso il nucleare, che è e resta una cenerentola. Nessuno, per esempio, sa esattamente il ciclo di vita dei pannelli in tellururo di cadmio. Questo è ancora un punto interrogativo. C’è chi arriva a sostenere che i pannelli fotovoltaici dovrebbero avere un ciclo di vita breve, da cinque anni, per ragioni di marketing e di vendita continua ai clienti. Una follia, sarebbe una strage termodinamica. Useremmo più energia di quella prodotta solo per ragioni commerciali. Il modo giusto invece per affrontare l’innovazione energetica sta nel misurare l’eroei effettivamente ottenibile, e su un ciclo di vita il più lungo possibile. E poi l’eroei lo calcoliamo con il metodo di Jeff Vail, ovvero a regressione infinita, sui veri costi industriali (salari inclusi, istallazione…), oppure, come molti accettano oggi, solo sui materiali necessari a produrre i vari dispositivi o a estrarre le risorse? Adotto in via conservativa il metodo più restrittivo e quindi ricavo dal kitegen un valore di 70, che va moltiplicato per dieci per compararlo con quello comunemente accettato per il fotovoltaico e l’eolico. Se si calcola, spesso, che l’eolico tradizionale ha un Eroei limitato ai materiali di 20-30, quello reale, secondo il metodo di Vail, è solo tre. E trovo quest’ultima metodologia più razionale. Perché si usa il costo industriale.

Quindi, sostieni che se sbagliamo i conti sull’eroei facciamo un errore davvero madornale. Potremmo trovarci a investire su fonti alternative che invece di dare un futuro all’umanità potrebbero generare ulteriori danni, anche catastrofici. Quindi è bene usare qui un principio di precauzione, calcolare tutti i costi incorporati nelle fonti, secondo un metodo di regressione infinita…..

Sì. Un Eroei di 70 è molto simile all’Eroei dell’estrazione del petrolio nei primi anni dello scorso secolo. Mi sono divertito a fare dei diagrammi sulla propagazione sostenibile dei Kitegen. Che è del 360%. Il primo anno facciamo un kitegen-stem e ne traiamo due milioni di euro in termini anche di certificati verdi. Il secondo anno ne possiamo quindi fare tre, poi dieci e così via. Il risultato è 360%, e in autofinanziamento. Io sono il peggiore dei catastrofisti. Perché spesso mi sento in dovere di dire che se non ci aiutate con il kitegen è la catastrofe. E siamo alla ricerca di concorrenti, di gente che ci vinca tecnicamente, da cui imparare.

Dal sito corriere.it



il progetto finlandese ha ricevuto un contributo di 3 milioni di euro


Porte girevoli per l'energia dalle onde


Ogni porta, posizionata da 6 a 23 metri sotto la superficie del mare, può generare 300 chilowatt


Il WaveRoller (da AW-Energy.com)


QUALE EROEI PENSIATE CHE ABBIA IL VOSTRO SISTEMA? E COME LO AVETE CALCOLATO?








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