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domenica 1 aprile 2018

Come aumentare velocemente il proprio stipendio da dipendente

Voglio parlarvi dal punto di vista di chi lavora veramente nell'industria (sono un ingegnere progettista meccanico) del problema delle basse retribuzioni della nostra categoria ma in generale dei tecnici italiani.

Per prima cosa  dalla mia esperienza vi indico il metodo più veloce per fare carriera, aumentare le proprie competenze e soprattutto il proprio compenso, soprattutto per chi è un profilo junior (intendo profilo junior inferiore ai 3 anni continuativi di lavoro).
E' banale ma se aspettiamo gli scatti aziendali moriamo di vecchiaia:

  • Cercare sempre di Cambiare lavoro
Lasciate perdere la qualità dell'ambiente di lavoro, la fidelizzazione, gli investimenti su di voi, indicativamente se sono due anni che vi vedete in stallo con la stessa RAL cambiate lavoro. 
Ma per farlo dobbiamo metterci nelle condizioni di farlo:
  • Aggiornate sempre Linkedin, Monster, Infojob ecc..
Ma soprattutto:

  • Sostenete sempre colloqui di lavoro
con una cadenza che deciderete voi. 

Se avete paura di avere un curriculum con troppi cambi di lavoro allora vi meritate lo stipendio che avete, sono stronzate da risorse umane, queste cose nel famoso estero non esistono.

Se vi offrono una controproposta lasciate perdere, perchè non ve l'hanno data prima? Vi assicuro che i costi per il personale incidono il meno possibile nelle aziende italiane. Le aziende italiane potevano scegliere se crescere, innovare, espandersi o risparmiare sul personale, cosa hanno scelto secondo voi?

Se invece abitate in queste zone d'Italia:


Valutate seriamente di emigrare, possibilmente se non avete problemi di famiglia come me, all'Estero.
Se siete vittima di Tirocini, GaranziaGiovani, contratti a termine, guadagnate indicativamente meno di 1500€ dopo 3 anni di lavoro, avete meno di 35 anni valutate seriamente la cosa.

Iniziate a studiare la lingua del vostro paese d'interesse in Italia, non andate proprio all'avventura. 

Potete giungere alle mie stesse conclusioni lavorando nell'industria italiana, prendendo come esempio un giovane ingegnere del sud potrebbe non superare i 1500 € nemmeno dopo 3 anni di lavoro. Per cosa?

Non fatevi intimorire da sindacalisti, imprenditori e risorse umane, loro fanno il loro interesse non quello del lavoratore, se decidete di cambiare lavoro fatelo.

Ricordate che soprattutto al Sud Italia chi fa la Risorsa Umana è un mentecatto che non sa nemmeno cosa sia la vera industria.
Una mia prossima rubrica potrebbe essere  ''job Description delirante'':

Operaio specializzato con garanzia giovani , laurea specialistica ed esperianza a Melfi: ANDATE A FARE I TIROCINANTI A 1900€ IN GERMANIA PIUTTOSTO

Potrei continuare con decine d'esempi di questo tipo di sfruttamento verso i giovani ingegneri in tutto il Sud Italia.

Il mio è il punto di vista di chi è in trincea, molte cose coincideranno con quello che scrivono i vari recruiter ecc.. su libri e conferenze ecc.. ecc.., altre le avrete viste sulla vostra pelle con quella sensazione che provava Elio di Elio e le Storie tese nella canzone Ti Amo campionato:


Il problema che il campionato è il nostro stipendio e il culo è il nostro.

lunedì 13 settembre 2010

L'antropentropia

Riporto e condivido totalmente:
I più bravi in termodinamica sanno che l'entropia è una funzione di stato del sistema che misura il grado di disordine del sistema stesso. Sempre secondo la termodinamica l'entropia totale dell'universo è in continuo aumento, cioè il disordine cresce sempre.
Analogamente (il termine richiama quindi il disordine provocato dalla presenza umana) possiamo definire l'antropentropia in modo molto semplice come:



A = S * N

dove S è la superficie umana e N il numero di uomini.
S è la superficie che compete a ogni uomo come suo
spazio vitale e che ha sottratto alla natura: la casa dove abita, le strade, le strutture (luoghi di lavoro, luoghi ricreativi, scuole, ospedali ecc.). Si tratta della quota individuale che abbiamo tolto alla Terra. Tale quota cresce continuamente con il progresso. L'ipotesi del cemento si basa su di essa: se ognuno di noi avesse a disposizione un terreno di SOLI (incredibile, ma vero!) settanta metri per settanta, ogni metro della penisola sarebbe urbanizzato.
Se nel Terzo Mondo si vive ancora in dieci in una capanna di 30 mq, oggi il sogno di ognuno di noi è di espandersi. Parlo spesso con ambientalisti che hanno una b
ella e ampia villa. Ebbene, costoro non si rendono conto che se ognuno di noi (aspirazione legittima) portasse via alla natura la fetta che loro hanno preso, della natura resterebbe ben poco. Ovvio che con il progresso sociale, se non cambia la sensibilità sull'antropentropia, S continuerà ad aumentare.
Purtroppo anche N continua ad aumentare, in maniera veramente impressionante, soprattutto perché nessun governo è interessato a una politica di controllo demografico.
In sostanza


dalla preistoria l'antropentropia continua ad aumentare


quindi:


che senso ha preoccuparsi di salvare una pianta, una specie animale, quando un banale calcolo dell'aumento dell'antropentropia ci dice che fra X secoli la natura sarà estinta?

L'ambientalista che non si fa carico di rispondere a questa domanda, fa spallucce ed è contento di fare quello che si può, tanto fra X secoli lui non ci sarà più (se non risponde concretamente alla domanda questa è la motivazione inconscia del suo falso attivismo), non può poi indignarsi se si sente rispondere: ma che mi importa se fra 50 anni l'effetto serra farà disastri, fra 50 anni io non ci sarò più!
Che i secoli siano uno, due o dieci il discorso non cambia:


se la politica ambientale non fissa un limite all'antropentropia, di natura potrà esistere solo quella artificiale.

Ovviamente il limite non deve essere temporaneo (come i periodici piani regolatori che non fanno altro che differire l'agonia naturale), ma assoluto. Se per esempio in Italia il limite attuale è S=200 (in mq; è solo una stima che tiene conto delle strutture private e di quelle pubbliche) e N=60 milioni, A varrebbe 1,2*1010 una politica seria potrebbe portare il valore da 1,2 a 1,5 (ma potrebbe anche scendere a 1!), ma non per 5 o 10 anni. Per sempre!
Solo studiando l'antropentropia e fissando limiti assoluti non trattabili, localmente e globalmente, si potranno ottenere risultati concreti. Altrimenti, tanto vale depredare la natura delle poche risorse che ancora ha.

sabato 2 gennaio 2010

BLOWER DOOR TEST

Due video fatti bene e in Italiano (cosa rara) sul blower door test.











martedì 17 novembre 2009

sul collaudo energetico degli edifici

Qui sotto:

A seguito dell'esito dell'ispezione termografica, si può procedere alla verifica quantitativa del valore di trasmittanza delle pareti in corrispondenza delle zone individuate come “problematiche” e “non problematiche”; la verifica viene effettuata mediante termoflussimetro a piastra col metodo delle medie progressive secondo la norma ISO 9869; essa descrive “il metodo del termo flussimetro per le misure di trasmissione del calore per elementi piani di involucro “strati opachi perpendicolari alla direzione del flusso termico senza significativo flusso laterale)”. I termo flussimetri sfruttano il fenomeno fisico noto come “effetto Seebeck”, ovvero la generazione di una forza elettromotrice in un circuito costituito da metalli diversi quando i punti di giunzione si trovano a temperature diverse. Il termo flussimetro a piastra dev’essere montato sulla parete dove la temperatura è più stabile, ovvero all’interno dell’abitazione. Per l’unità esterna bisogna evitare l’esposizione solare, quindi è raccomandata la parete nord.

E’ bene effettuare la misura di presenza di buone differenze di temperatura tra interno ed esterno; la durata minima della misura dev’essere di almeno 72 ore, ma se la temperatura non è stabile attorno al termo flussimetro è necessaria una misura più lunga.


qui

ma soprattutto:

La misura di trasmittanza è una realtà concreta, una tecnica complessa e poco conosciuta che rischia di essere bistrattata se l'operatore che la esegue non ha acquisito i fondamentali necessari ad evitare errori grossolani. (questo è vero anche per tutte le altre tecniche).

Prodotti Strumenti per misure di dispersionie energetica

PS:

non lavoro per le suddette aziende però mi sembrava utile fare due esempi di certificazione energetica

sabato 17 gennaio 2009

I fondamentali: la casa passiva ( e perchè non vengono costruite in Basilicata)


Non vengono costruite perchè fanno risparmiare e i costruttori lucani sanno fare sempre le stesse cose energivore all'inverosimile da 40 anni!!!!

Di seguito una descrizione di che cosa è una casa passiva, vi renderete subito conto del perchè non vengono costruite:

PS:la presente fa parte della serie di post I fondamentali
Una casa passiva è un edificio in cui si riesce a mantenere un ambiente interno climaticamente confortevole durante tutto l'anno senza ricorrere a sistemi attivi di riscaldamento o condizionamento.

La casa in pratica mantiene da sola la temperatura ideale al proprio interno, da qui la definizione di "casa passiva". Ovviamente definizioni e specifiche variano sensibilmente a seconda del luogo dove una casa passiva viene costruita, perchè è evidente che ci saranno delle differenze fra una casa costruita in Norvegia ed una in Sicilia.

L'impostazione di base però non cambia, ed i requisiti per una casa passiva costruita in Europa sono stati stabiliti in meno di 15 kWh per metro quadro all'anno per il solo riscaldamento, con un consumo di meno di 40 kWh per metro quadro all'anno per quello che riguarda il consumo totale di energia, compreso il riscaldamento, l'acqua calda ed i normali consumi elettrici dell'illuminazione e degli elettrodomestici.

Appare quindi evidente che i bassi consumi elettrici totali di una casa passiva possono essere coperti totalmente attraverso l'utilizzo di energie rinnovabili, e che il consumo combinato di energia di una casa passiva è decisamente inferiore al solo consumo per l'acqua calda ed il normale uso di elettricità (escludendo quindi il riscaldamento) di una casa europea media. Il consumo totale di una casa passiva è dunque meno di un quarto della corrispondente casa costruita secondo tecnologie tradizionali.

tabella_consumi_energetici.gif


Ma quali sono i costi necessari per raggiungere questo ambizioso obiettivo?

Poco superiori a quelli di una casa tradizionale. Anzi, una casa passiva dovrebbe avere un costo totale (comprendente costruzione, impianti e costi operativi per 30 anni) inferiore a quelli medi di una nuova costruzione tradizionale.

Per concludere questa breve introduzione alle case passive, ecco le caratteristiche di base che dovrebbe avere un edificio per rientrare in questa definizione:

Una forma compatta ed un buon isolamento termico: Tutti i componenti della struttura esterna della casa sono isolati fino a raggiungere valori di max. U 0,15 W/(m2K).
Orientamento verso sud e considerazioni sull'ombreggiatura: L'uso passivo dell'energia solare è un fattore determinante nelle case passive.
Vetri e cornici delle finestre ad alta efficienza energetica: Le finestre (sia per quello che riguarda la struttura che la vetratura) devono avere un valore di U non superiore a 0,80 W/(m2K), con un coefficiente di guadagno solare intorno al 50%.
Impermeabilità all'aria della struttura esterna: Le perdite di aria attraverso fessure e giunti devono essere meno di 0,6 volte il volume totale della casa per ogni ora.
Preriscaldamento passivo dell'aria fresca: L'aria fresca può essere introdotta nella casa attraverso condotti sotterranei che effettuano uno scambio di calore con il suolo. Questo preriscalda l'aria fredda proveniente dall'esterno ad una temperatura di almeno 5°C anche nelle più fredde giornate invernali, quando l'aria esterna è ben sotto lo zero.
Recupero di calore dall'aria in uscita attraverso uno scambiatore di calore aria-aria: Buona parte del calore contenuto nell'aria calda espulsa dalla casa viene trasferito all''''aria fresca in ingresso, con un recupero di circa l'80% del calore.
Produzione di acqua calda attraverso energia rinnovabile L'acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso pannelli solari o pompe di calore.
Elettrodomestici a basso consumo: L'uso di apparecchi a basso consumo come frigoriferi, lavastoviglie, congelatori, lampadine, lavatrici, asciugatrici, ecc è indispensabile in una casa passiva.