Iorio dice 'no' all'impianto eolico offshore al largo della costa molisana
Secondo le popolazioni dei centri interessati il parco eolico rappresentera' un grosso freno allo sviluppo turistico della costa molisana. Il gigantesco impianto, infatti, sorgera' nel tratto di costa piu' frequentato e incontaminato del litorale molisano. Sara' inoltre visibile tanto da Termoli che da Montenero di Bisaccia e comportera' l'interdizione di un vasto specchio d'acqua alla navigazione e alla pesca, cozzando con la presenza dei porti turistici.
Mio commento:
Ecco come sarà visibile da Termoli e Montenero di Bisaccia in più è risaputo che l'interdizione alla pesca di ''un vasto specchio d'acqua '' può solo favorire il ripopolamento ittico in alcuni casi forzarne addirittura l'aumento .Per quanto riguarda i porti turistici...
Dal sito della società che realizzerà l'opera ( sarà di parte ok però dà un'idea che non penso differisca di molto da questa, cliccate sulla foto del centro olii di Viggiano con tasto destro-visualizza immagine per notare che cosa è un impatto visivo in quello che DOVEVA DIVENTARE Parco della Val D'Agri)
Da notare: ''è soggettivo ritenere che tale impatto sia negativo''
Alcuni Fotomontaggi e simulazioni dell'impatto visivo inseriti nello Studio di Impatto Ambientale consegnato al Ministero dell'Ambiente che visualizzano centrale eolica offshore San Michele vista da diversi punti della costa:
Fotoinserimento n° 1 : la centrale eolica offshore vista dalla Stazione Aeronautica della città di Termoli.
Fotoinserimento n° 2: la centrale eolica offhsore vista da Vasto
Fotoinserimento n° 3: la centrale vista da San salvo Marina, inizio della passeggiata a mare.
Fotoinserimento n° 4: la centrale vista dal litorale di Marina di Montenero in prossimità della foce del Fiume Trigno.
Fotoinserimento n° 5: la centrake vista dal litorale nei pressi di Petacciato Marina, foce del torrente Tecchio.
Fotoinserimento n°6: la centrale , vista da una motonave che si dirige alle Isole Tremiti.
Fotoinserimento n°7: la centrale vista dalla strada statale n°16.
Fotoinserimento n°8: la centrale è invisibile dalle isole Tremiti; in questa simulazione vista dall’Isola di San Domino, le turbine sono situate al limite dell’orizzonte, invisibili e sono indicate dalla nuvoletta.
Dall'analisi dei diversi punti di vista considerati nei foto inserimenti visualizzati, si rileva che l'impatto visivo può essere considerato di non rilevante entità.
In particolare dai centri di Termoli, Vasto e dalle Isole Tremiti l'impatto è trascurabile. Dalle località di mare di Petacciato Marina e Marina di Montenero l'impatto risulta maggiore, ma comunque è soggettivo ritenere che tale impatto sia negativo.
Per le località di Campomarino e Lido di Campomarino l'impatto è nullo.
Dalle Isole Tremiti e dall'Altopiano del Gargano a malapena si riescono a distinguere le turbine, pertanto l'impatto è irrilevante.
Gli impatti appena citati possono essere mitigati con opportuni accorgimenti:
1. colorazione opportuna delle turbine e delle relative torri in modo da non incidere pesantemente sul paesaggio: le turbine scelte per il progetto hanno tutte la stessa colorazione bianca in modo tale da non incidere sul paesaggio costituendo un'unità armonica ma anche in modo tale da essere visibili per i volatili e ridurre il rischio di collisione;
2. maggior distanza possibile dalla linea di costa in modo da minimizzare la visibilità;
3. disposizione delle turbine (a maglia per esempio) in modo da minimizzare l'impatto visivo: le turbine sono state disposte a maglia, con il lato maggiore di essa parallelo alla costa.
E' ovvio che tutte queste misure di mitigazione devono essere effettuate nei limiti delle misure che garantiscano la sicurezza. Ad esempio l'assenza di luci segnaletiche può rappresentare un pericolo nei confronti del rischio di collisione di navi o aerei.
Nell'ambito di una valutazione degli impatti è necessario effettuare analisi al fine di individuare un giusto equilibrio tra l'aspetto riguardante la sicurezza contro il rischio di collisione e l'aspetto riguardante l'impatto visivo.
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RispondiEliminaOn. Antonio Angelucci
Luogo nascita Sante Marie dell'Aquila
Data nascita 16 settembre 1944
Titolo di studio licenza media
Professione imprenditore; politico
Partito Il Popolo della Libertà
Legislatura XVI Legislatura
Gruppo Il Popolo della Libertà
Circoscrizione Lombardia 2
Antonio Angelucci (Sante Marie dell'Aquila, 16 settembre 1944) è un imprenditore e politico italiano.
È l'effettivo azionista di controllo di Tosinvest, holding che prende il nome dalle prime due lettere (TO - SI) dei nomi del fondatore Antonio, più noto come Tonino, e della sua prima moglie Silvana Paolini.
Tosinvest controlla la società Tosinvest Sanità, che gestisce case di cura riabilitative in tutta Italia e i quotidiani Il Riformista e Libero. Presentatosi alle elezioni politiche 2008 nella Circoscrizione Lombardia 2, nelle liste del Popolo della Libertà, è stato eletto deputato.
Ha quattro figli, uno dei quali, Giampaolo, è il più attivo nella gestione aziendale, anche se dal 2006 è stato indagato per una vicenda di corruzione riguardante l'ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto; a fine 2007 è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Tosinvest nel 2007 è stata anche al centro di uno scandalo su presunte tangenti versate ad un agente segreto.
Nell'estate 2008, la famiglia Angelucci è stata coinvolta dai media nella Sanitopoli d'Abruzzo, vicenda di mescolanza tra affari e politica che ha portato all'arresto e alle conseguenti dimissioni del governatore regionale Ottaviano Del Turco, accusato di intascare tangenti da alcuni imprenditori della sanità attivi in Abruzzo.
La carriera di imprenditore
Nato in un piccolo paese abruzzese, si trasferì a Roma dopo l'adolescenza e lavorò dapprima come commesso di una farmacia, in seguito come portantino presso l'ospedale romano San Camillo, dove Angelucci si dimostrò molto attivo come sindacalista. Apprese le necessarie informazioni sul mondo sanitario, il giovane Antonio, per gli amici Tonino, utilizzò le amicizie contratte sul lavoro per entrare in società con altri imprenditori e politici in una vecchia casa di cura per lungodegenti di Velletri, della quale in breve - nel 1984 - riuscì a conquistarne con prontezza e spregiudicatezza la maggioranza del capitale.
Una volta divenuto a pieno titolo imprenditore, Angelucci non si fermò più e, con metodi non sempre apprezzati dai concorrenti, riuscì ad acquisire i pacchetti di maggioranza di altre strutture di lungodegenza, che - con felice intuizione e con buone entrature negli ambienti della Regione Lazio - trasformò nelle ben più redditizie cliniche per riabilitazione.
Negli anni '90, poi, coltivando un ottimo rapporto con il banchiere Cesare Geronzi e con la Banca di Roma, divenuta in seguito Capitalia, riuscì ad ottenere ingenti prestiti per poter acquistare importanti partecipazioni (ad esempio, la maggioranza del capitale del quotidiano l'Unità) e rilevanti immobili (ad esempio, il palazzo di via delle Botteghe Oscure di Roma, detto il Bottegone, che fu per circa quaranta anni la sede della direzione del Partito Comunista Italiano, un palazzo simbolo della Roma che contava).
Nel biennio 2000 - 2001 suscitò notevole scandalo la vicenda dell'Ospedale romano, sulla via Laurentina, appartenente all'Istituto San Raffaele di Milano, che - dopo un lungo contenzioso - fu venduto dall'istituto diretto da Don Verzè alla famiglia Angelucci per un importo di molto inferiore a quanto pochi mesi dopo fu pagato dalla Regione Lazio per ricomprarlo dagli Angelucci. Su questa vicenda vi furono inchieste giudiziarie e interrogazioni parlamentari, per ora ancora ferme alla Procura della Repubblica di Roma. Sulla vicenda Don Verzè scrisse un libro.
Dalla fine del 2008, la famiglia Angelucci, attraverso la società veicolo lussemburghese TH S.A., fa parte, con il 7.1%, del capitale azionario di Alitalia - Compagnia Aerea Italiana.