sabato 31 gennaio 2009

Costi energetici dei ripetitori del digitale terrestre

Certe volte mi cadono veramente le braccia.... Dal Corriere della Sera:

per mantenere molti trasmettitori attivi ci vuole l'energia che illuminerebbe una città

Digitale terrestre, prime sconfitte

Gli esperti tv: «Tecnologia costosa, limitata, obsoleta»

La tecnologia del Dtt è una tecnologia pesante, ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei mille e mille vecchi tralicci con cui, in cinquant'anni di storia, la Rai è riuscita a «illuminare» l'intero Paese. Per mantenere attivi i trasmettitori ci vuole un enorme impiego di energia in un paese dove l'energia si compra a caro prezzo. Se si spegnessero tutti i trasmettitori si potrebbe tranquillamente alimentare una città, contribuendo a diminuire l'inquinamento elettromagnetico.

Dal Sole 24 Ore:

Decoder Tv, un salasso per la bolletta

I set-top.box fanno finta di andare in stand-by, ma continuano ad assorbire energia elettrica: un danno da 50 megawatt. due centrali elettriche lavorano giorno e notte per loro. 70 milioni di euro sprecati ogni anno Il problema è che i ricevitori continuano a consumare anche quando la TV è spenta, anche quando dormiamo o siamo al lavoro. L'inchiesta di Af Digitale, oltre a stigmatizzare questa modalità di funzionamento che pesa da 10 a 20 euro all'anno sulla bolletta di ogni possessore di decoder, identifica anche un problema "macroecologico": tenendo conto dei circa tre milioni e cinquecento mila abbonati a Sky e dei circa cinque milioni di possessori di decoder digitale terrestre, la potenza impegnata per 24 ore al giorno dagli italiani solo per lo stand-by di questi apparecchi supera i 50 megawatt, cioè la potenza di un paio di piccole centrali elettriche. Su base annua, a livello nazionale, stiamo parlando di 70 milioni di euro gettati dalla finestra dagli italiani solo in bolletta, per non parlare ovviamente del danno ecologico connesso

mercoledì 28 gennaio 2009

Consigli alla Fiat di Melfi per salvare il cu...


Da lucano conosco decine di persone che lavorano alla Fiat di Melfi o nell'indotto e non posso rimanere impassibile alle sorti di questo stabilimento che nel bene e più nel male comunque dà lavoro.
Dopo aver letto le proposte del sindacato (la preoccupazione) sul rilancio dello stabilimento e quelle dalla Fiat (aiuti di stato) ho capito, ma già lo sapevo, che siamo nella mer.. più totale.
Nel mio piccolo posso dare i seguenti due consigli:
1Introdurre il prima possibile sto caxxo di Multiar ed Uniair senza aspettare l'uscita della Topolino o Alfa Milano ma già sui modelli esistenti incominciando la produzione dei nuovi motori il prima possibile.
(per chi non sapesse che cosa è il Multiair vedere http://www.wroar.net/pages/uniair-multiair.html qui http://lucaniaelettrica.blogspot.com/2008/02/motori-uniair-e-multiair.html e http://lucaniaelettrica.blogspot.com/2008/03/motore-bicilindrico-900cc-multiair-105.html.)
2Incominciare a fare qualche Ibrida al fine di arrivare il prima possibile a fare la prima macchina elettrica Fiat decente.

sabato 17 gennaio 2009

I fondamentali: la casa passiva ( e perchè non vengono costruite in Basilicata)


Non vengono costruite perchè fanno risparmiare e i costruttori lucani sanno fare sempre le stesse cose energivore all'inverosimile da 40 anni!!!!

Di seguito una descrizione di che cosa è una casa passiva, vi renderete subito conto del perchè non vengono costruite:

PS:la presente fa parte della serie di post I fondamentali
Una casa passiva è un edificio in cui si riesce a mantenere un ambiente interno climaticamente confortevole durante tutto l'anno senza ricorrere a sistemi attivi di riscaldamento o condizionamento.

La casa in pratica mantiene da sola la temperatura ideale al proprio interno, da qui la definizione di "casa passiva". Ovviamente definizioni e specifiche variano sensibilmente a seconda del luogo dove una casa passiva viene costruita, perchè è evidente che ci saranno delle differenze fra una casa costruita in Norvegia ed una in Sicilia.

L'impostazione di base però non cambia, ed i requisiti per una casa passiva costruita in Europa sono stati stabiliti in meno di 15 kWh per metro quadro all'anno per il solo riscaldamento, con un consumo di meno di 40 kWh per metro quadro all'anno per quello che riguarda il consumo totale di energia, compreso il riscaldamento, l'acqua calda ed i normali consumi elettrici dell'illuminazione e degli elettrodomestici.

Appare quindi evidente che i bassi consumi elettrici totali di una casa passiva possono essere coperti totalmente attraverso l'utilizzo di energie rinnovabili, e che il consumo combinato di energia di una casa passiva è decisamente inferiore al solo consumo per l'acqua calda ed il normale uso di elettricità (escludendo quindi il riscaldamento) di una casa europea media. Il consumo totale di una casa passiva è dunque meno di un quarto della corrispondente casa costruita secondo tecnologie tradizionali.

tabella_consumi_energetici.gif


Ma quali sono i costi necessari per raggiungere questo ambizioso obiettivo?

Poco superiori a quelli di una casa tradizionale. Anzi, una casa passiva dovrebbe avere un costo totale (comprendente costruzione, impianti e costi operativi per 30 anni) inferiore a quelli medi di una nuova costruzione tradizionale.

Per concludere questa breve introduzione alle case passive, ecco le caratteristiche di base che dovrebbe avere un edificio per rientrare in questa definizione:

Una forma compatta ed un buon isolamento termico: Tutti i componenti della struttura esterna della casa sono isolati fino a raggiungere valori di max. U 0,15 W/(m2K).
Orientamento verso sud e considerazioni sull'ombreggiatura: L'uso passivo dell'energia solare è un fattore determinante nelle case passive.
Vetri e cornici delle finestre ad alta efficienza energetica: Le finestre (sia per quello che riguarda la struttura che la vetratura) devono avere un valore di U non superiore a 0,80 W/(m2K), con un coefficiente di guadagno solare intorno al 50%.
Impermeabilità all'aria della struttura esterna: Le perdite di aria attraverso fessure e giunti devono essere meno di 0,6 volte il volume totale della casa per ogni ora.
Preriscaldamento passivo dell'aria fresca: L'aria fresca può essere introdotta nella casa attraverso condotti sotterranei che effettuano uno scambio di calore con il suolo. Questo preriscalda l'aria fredda proveniente dall'esterno ad una temperatura di almeno 5°C anche nelle più fredde giornate invernali, quando l'aria esterna è ben sotto lo zero.
Recupero di calore dall'aria in uscita attraverso uno scambiatore di calore aria-aria: Buona parte del calore contenuto nell'aria calda espulsa dalla casa viene trasferito all''''aria fresca in ingresso, con un recupero di circa l'80% del calore.
Produzione di acqua calda attraverso energia rinnovabile L'acqua calda sanitaria viene prodotta attraverso pannelli solari o pompe di calore.
Elettrodomestici a basso consumo: L'uso di apparecchi a basso consumo come frigoriferi, lavastoviglie, congelatori, lampadine, lavatrici, asciugatrici, ecc è indispensabile in una casa passiva.

martedì 13 gennaio 2009

L'eolico gira in Italia

Intanto buone notizie per l’eolico giungono anche dal nostro paese. Il 2008, dicono i dati di Anev e Gse, è stato un anno ottimo per l’elettricità dal vento in Italia. Il tasso di crescita annuale non è diminuito rispetto agli anni precedenti mantenedosi sul 35%, sono stati installati 1.010,40 MW, miglior risultato di sempre, e si è prodotta energia per oltre 6 TWh, cioè quasi il 2% dei consumi interni lordi di elettricità. Una quanità di elettricità pari, cioè, al consumo domestico di 6,5 milioni di italiani, con un risparmio di 4,5 milioni di ton di CO2. In totale oggi in Italia è installata una potenza eolica pari a oltre 3.736 MW. Questo risultato, dicono in un comunicato congiunto Aper, Anev, Gse ed Enea "è un buon punto di partenza per il raggiungimento degli obiettivi preposti e per consentire di sfruttare a pieno il reale potenziale stimato in oltre 16.000 MW di questa fonte pulita". E aggiungono che "la ripartizione dell'obbligo tra le Regioni e la semplificazione delle connessioni, oltre a quella dell’iter autorizzativo unico, dovranno vedere quanto prima attuazione per non perdere l'onda positiva di sviluppo che finalmente anche in Italia sta consentendo all’eolico di rivestire il ruolo di sua competenza".

Quindi per favore smettiamola di sparare caxxate. Ogni riferimento è puramente voluto.

venerdì 9 gennaio 2009

Margherita Hack

Lezione di stile basta. Da notare la paraculo della presentatrice. Paraculo così ne ho visti pure al TGR Basilicata....




Compostaggio domestico elettrico:Nature Mill il video


E' sotto gli occhi di tutti il problema dei rifiuti a Potenza.Dobbiamo cercare di ridurre la quantità di rifiuti da conferire nei cassonetti.Una buona soluzione è il compostaggio domestico che però è quasi impraticabile in una città come Potenza dato che poche persone hanno il giardino.
Una soluzione è l'utilizzo di un compostatore elettrico domestico come il NatureMill che può essere posto sul balcone di ogni nostra casa.
Ringrazio il Prof.Bardi per il suggerimento.
Io ho caricato nel mio piccolo un video su Youtube:





Per ulteriori info:
http://aspoitalia.blogspot.com/2008/12/i-rifiuti-come-alimenti-il-compostaggio.html
http://www.naturemill.com/
PS: Un'idea per il comune potrebbe essere quella di cofinanziare l'acquisto di questi compostatori.
Un'idea per gli imprenditori lucani potrebbe essere... ... ...

mercoledì 7 gennaio 2009

martedì 6 gennaio 2009

lunedì 5 gennaio 2009

Francia in deficit di energia elettrica


La Francia è in deficit di energia elettrica. Perchè Silvietto non ce lo dice?.

03/01/2009 : Libération.fr
«Le système électrique français est terriblement inefficace»



Interview - Energie. Les mythes de l’indépendance française démontés par l’expert Mycle Schneider

Interview de Mycle Schneide, consultant international en matière d’énergie et de nucléaire. Il vient de rendre un rapport au Parlement européen sur le mythe de la politique énergétique française. Il est interrogé par Laure Noualhat.


Avec l’hiver vient la saison du chauffage. Au bois, au gaz, au fioul, mais aussi au radiateur électrique, ce qui a le don de faire grimper les consommations en période de pointe. Comme chaque fois en cette période de l’année, ces pics de consommation imposent d’importer de l’électricité venue d’Europe. Et celle-ci, produite à partir d’énergies fossiles, n’est pas faiblement émettrice en CO2. Mycle Schneider est consultant international en matière d’énergie et de nucléaire. Il vient de rendre un rapport au Parlement européen sur le mythe de la politique énergétique française.
Quel est l’impact de la vague de froid sur les consommations électriques françaises ?
En hiver, la puissance électrique appelée est presque trois fois plus élevée le jour le plus chargé que le jour le moins chargé de l’été. On a donc besoin des vieilles centrales au fioul, dont EDF vient de remettre 2 600 mégawatts en service, parce qu’on manque cruellement d’électricité de pointe. Depuis 1990, la part des énergies fossiles dans l’électricité a crû de près de 25 %. En parallèle, les importations de courant, essentiellement à base d’énergies fossiles, ne cessent d’augmenter. La France est ainsi devenue importatrice nette de courant charbon allemand.

Mais l’électricité française est faiblement émettrice en gaz à effet de serre…
C’est vrai, les émissions totales par habitant de gaz à effet de serre en France sont - encore - plus faibles que chez nos voisins. Mais elles varient fortement d’une année à l’autre en fonction du climat et on n’identifie plus de baisse structurelle depuis longtemps. En fait, en 2005, les émissions de CO2 dues à la production publique d’électricité et de chaleur étaient de 5 % supérieures à 1990, pour se trouver en 2006 à 2 % en dessous du niveau de 1990. Le rôle du nucléaire y est complexe. Le système nucléaire, et les surcapacités qu’il a engendrées, a conduit à une perversion du système électrique. On a massivement introduit le chauffage électrique parce qu’EDF avait des kilowattheures à vendre, ce qui a conduit à une augmentation du recours aux combustibles fossiles. Le contenu en CO2 du kWh pour les besoins du chauffage électrique se situe entre 500 et 600 grammes, soit environ trois fois les émissions d’un chauffage central au gaz.

Le recours au nucléaire augmenterait les émissions de CO2 dans l’électricité ?
Indirectement, par effet systémique, surtout pour tout nouveau projet. L’investissement dans le nouveau réacteur EPR augmentera ainsi les émissions car si on investissait les 4 milliards d’euros nécessaires à sa construction dans l’isolation de l’habitat existant, on éviterait réellement des émissions.

Vous assurez qu’en dépit du nucléaire, la France n’est pas indépendante du point de vue énergétique. Pourquoi ?
En France, le premier programme électronucléaire massif a été lancé en 1974, après le premier choc pétrolier. Le but affiché était de rendre le pays indépendant vis-à-vis du pétrole. C’était déjà un mythe à l’époque car l’électricité ne représentait alors que 12 % de la consommation de pétrole en France. En 2007, après trente-cinq ans de nucléaire en France, la consommation de pétrole par habitant - 1,5 tonnes d’équivalent pétrole (tep) - était plus élevée que la moyenne de l’Union européenne, alors que la consommation en Italie, qui a arrêté le nucléaire, et en Allemagne, était de 1,4 tep. Les autres secteurs comme le résidentiel, et surtout les transports, consomment la plus grande partie du pétrole et cette consommation n’a pas cessé d’augmenter depuis 1973. Le système électrique est incroyablement inefficace : entre l’énergie primaire, contenue dans l’uranium ou le charbon, et l’énergie finale utilisée sous forme de kilowattheure, les trois quarts sont perdus dans le réseau de distribution.

Et alors ?
Il faut calculer le taux d’indépendance sur la base de l’énergie finale, le quart restant utilisé par les consommateurs, et non sur la base de l’énergie primaire. Cet ajustement simple divise par deux le taux officiel de 50 % d’indépendance énergétique affiché par le gouvernement. En outre, il faut rappeler que la totalité de l’uranium utilisé dans les centrales est importée. Ce qui n’est pas pris en compte. Aujourd’hui, on peut estimer l’indépendance énergétique française à environ 8 %.

Quels seraient les principes d’une bonne politique ?
Elle devrait fournir des services énergétiques (c’est-à-dire le chaud, le froid, la lumière ou la mobilité) bon marché, propres et durables. Et ces services énergétiques intelligents devraient conduire à une baisse draconienne de nos consommations. Aujourd’hui, en France, la politique entamée ne laisse pas entrevoir comment atteindre les objectifs fixés par la loi : à savoir de réduire de 80 % les émissions de gaz à effet de serre d’ici à 2050.

domenica 4 gennaio 2009

Vaticano indietro tutta


Dopo le seguenti notizie rimango allibito dalle dichiarazioni dei vescovi:

ogni maschio adulto potrà ricevere gratis 22 preservativi

Brasile, profilattici e pillola gratis per tutti

Campagna del governo contro l'Aids e le gravidanze non volute. La Chiesa: «Lo fanno per diminuire popolazione»


Mentre l'altra notizia ancora più allucinante:

Santa Sede Il presidente dei medici cattolici: «Aumenta la sterilità maschile. E può provocare l’espulsione di un piccolo embrione»

Il Vaticano e la pillola: inquina il mondo

L’Osservatore romano: è come l’aborto, gli ormoni dispersi causano effetti devastanti

CITTÀ DEL VATICANO — La pillola contraccettiva classica «funziona in molti casi con un vero effetto abortivo», viola «cinque diritti umani» e già che c’è «ha effetti ecologici devastanti», seminando «tonnellate di ormoni nell’ambiente» e contribuendo così all’«infertilità maschile in occidente». Lo sostiene un articolo comparso ieri sull’Osservatore Romano e firmato da Pedro José María Simón Castellví, presidente della «Federazione internazionale delle Associazioni dei medici cattolici». Tesi controverse, considerate con prudenza anche in ambito cattolico, che hanno già provocato la reazione di addetti ai lavori come il professor Gianbenedetto Melis, vice presidente della Società italiana della contraccezione: «Sono affermazioni fantascientifiche ».

sabato 3 gennaio 2009

I Briganti censurati


Il film sui briganti da vedere.
Il film è stato immediatamente ritirato dalle sale cinematografiche perché considerato "politicamente scorretto" e non è più reperibile in nessun supporto, che sia VHS o DVD.
Lo trovate su e-mule.Torrent ecc ecc









Nucleare Francese: quello che Berlusconi e Battaglia non ci dicono...



Dal sito di Greenreport:
Ondata di gelo: la Francia nucleare salvata dalla Germania no nuke
LIVORNO. L´ondata di gelo che ha colpito la Francia sta svelando tutta la propaganda che si fa intorno all´opzione nucleare francese che garantirebbe energia sempre ed a buon prezzo, è infatti la Germania, impegnata in un percorso per uscire dal nucleare, che si basa su sole, vento ed altre energie rinnovabili (e gas russo), che sta approvvigionando gli infreddoliti francesi di elettricità.

Réseau "Sortir du nucléaire" spiega cosa sta succedendo: «La spiegazione è semplice: per la loro politica nucleare, Edf e lo Stato francese hanno proceduto all´installazione di milioni di riscaldamenti elettrici. Ora, ogni volta che la temperatura cala, il consumo dovuto ai convettori elettrici è tale che, malgrado 58 reattori, il parco nucleare francese viene largamente superato: sono allora le centrali termiche (gas, petrolio, carbone), francesi e straniere, principalmente tedesche, che vengono messe in servizio per riscaldare la "France électrique". Il fatto è che le centrali nucleari non sono del tutto adattate alle variazioni di potenza, forniscono una potenza costante... quale che sia la domanda di elettricità».

Intanto Edf continua a promuovere il riscaldamento elettrico e poi chiede più centrali nucleari e termiche a carbone e gas. Una spiegazione che rende meno contraddittorio quanto si legge nel "Rapport d´information n° 357" del 2007 del Senato francese: «la Francia, per assicurare la sua sicurezza di approvvigionamento, deve consolidare la sua media di punta. In effetti, il parco produttivo dispone di una sovra-capacità di base che autorizza l´esportazione di elettricità, ma sembra insufficiente per assicurare la punta».

Gli stessi Réseau de transport de l´electricité (Rte) e Agence de l´environnement et de la maîtrise de l´energie (Ademe), sottolineano che il riscaldamento elettrico produce forti emissioni di CO2 che, anche se hanno luogo in Germania, devono essere attribuite alla Francia ed anche al poco flessibile nucleare francese». Gli antinuclearisti di oltralpe fanno notare che «Questi dati dequalificano di fatto la risposta di "buon senso" che ci viene sempre data, vale a dire... aumentare il numero di reattori nucleari: questo non risponde per nulla al problema del consumo di punta. In ogni modo, sarebbe tecnicamente pericoloso e finanziariamente suicida per Edf utilizzare reattori nucleari solamente per coprire le punte di consumo, lasciandoli fermi per il resto del tempo. Ecco la Francia molto handicappata, di fronte a forti cali di temperatura, con 58 reattori incapaci di alimentare milioni di riscaldamenti elettrici».

Da 5 anni la Germania è diventata esportatrice netta di energia verso la Francia, e non il contrario come vorrebbero far credere anche in Italia i cantori del rinascimento nucleare. E questo mentre la Grosse Koalition democristiana-socialdemocratica ha confermato e l´uscita dal nucleare...

La questione è complicata perché resta intatto il problema del riscaldamento climatico, ma il generale inverno dimostra nella patria dell´atomo civile che la soluzione nucleare non è solo rischiosa, ma anche inefficace e può aggravare le situazioni di dipendenza con una produzione "rigida".

Così, mentre Sarkozy invita al risparmio energetico, questa rigidità che ha prodotto milioni di riscaldamenti elettrici al servizio dell´industria nucleare di Stato, rischia di diventare un grattacapo insolubile per la Francia che esporta nucleare civile e militare e che dovrebbe forse pensare ancora di più a riconvertire il proprio sistema energetico uranio-dipendente verso il risparmio energetico e le energie rinnovabili.

venerdì 2 gennaio 2009

I Fondamentali: Tripli Vetri


Inizio una serie di post dedicati al risparmio energetico.L'idea mi è venuta parlando con un ragioniere che sosteneva l'inutilità delle lampadine a risparmio energetico.Assurdo mi sembrava di parlare con Franco Battaglia.

Il mio primo consiglio riguarda l'adozione dei tripli vetri al posto dei vecchi doppi vetri.

Per i vetri il minimo è rappresentato dalla vetrocamera con trattamento bassoemissivo; il triplo vetro è una soluzione molto interessante .

Per la casa della vita' consiglio il triplo vetro... il maggior investimento si ripagherà comunque in meno di 10 anni; purtroppo è facile imbattersi in chi sconsiglia tale accorgimento, considerandolo inutile a queste latitudini... in realtà tali persone non hanno fatto bene i conti e sono le stesse che sconsigliavano, per lo stesso motivo, il doppio vetro negli anni 70..