mercoledì 4 giugno 2008

Nuovo stadio Potenza:rifiutata offerta inglese


A sinistra lo stadio che gli inglesi hanno realizzato a Teramo.


A tenere banco, in casa Potenza, sono le vicende societarie. A creare malumore nella piazza potentina il rifiuto opposto dal sindaco della città, Santarsiero, alla megaofferta della società inglese British Land. Che era pronta, almeno pare, a investire 100 milioni di euro.

L’offerta degli inglesiBritish Land è un gruppo di investimento immobiliare con sede a Londra e quotato al London Stock Exchange. Ha un patrimonio stimato intorno ai 20 miliardi di sterline. Investe soprattutto in aree dagli standard economici non elevatissimi, ma con prospettive di crescita interessanti. Il progetto in cantiere era quello di realizzare a Potenza, in cambio della concessione di un suolo pubblico e di licenze per l’apertura di esercizi commerciali, una megastruttura polivalente che includesse un nuovo stadio e un centro commerciale. Con un investimento, nel capoluogo lucano,pari a 100 milioni di euro. Di questi, 10 milioni sarebbero stati destinati alla società di calcio del presidente Postiglione e, una volta costruito, lo stadio sarebbe diventato proprietà del comune. Una simile operazione è già stata realizzata, con successo, a Teramo.

Il rifiuto del comune – Lo scorso 21 maggio il sindaco di Potenza, Santarsiero, l’assessore allo sport, Ginefra, e i rappresentanti della società inglese si sono alla fine incontrati per valutare la fattibilità dell’operazione. Ma la risposta è stata negativa. La non disponibilità del suolo richiesto dagli inglesi e il rispetto del piano urbanistico, secondo il primo cittadino di Potenza, hanno impedito che l’affare andasse in porto.

La delusione tra i tifosi – La delusione tra i tifosi è enorme. E la polemica, in questi giorni, è infuocata. Viene messo sotto accusa soprattutto il sistema lobbistico, reo di aver impedito la realizzazione dell’operazione. Un investimento di tale portata si vede di rado e avrebbe messo il presidente Postiglione nella condizione di allestire una squadra in grado di lottare per una serie B che manca ormai da 40 anni.

Giuseppe Verderosa – www.calciopress.net

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leggete questo
http://www.basilicatasc.com/dblog/articolo.asp?articolo=45

questi sono i nostri politici...

ecco lo stadio di Teramo http://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_%22Comunale%22_di_Teramo

3 commenti:

  1. Riporto una notiziola:
    Ora anche la provincia di Teramo ha il suo primo centro commerciale (23/11/2007)
    Il 22 novembre scorso è stato inaugurato a Teramo, accanto al nuovo stadio di Piano d’Accio, il centro commerciale Gran Sasso, il primo della provincia abruzzese
    Il 22 novembre scorso è stato inaugurato a Teramo, accanto al nuovo stadio di Piano d’Accio, il centro commerciale Gran Sasso, il primo della provincia abruzzese. Di 36.000 mq di gla, contiene 99 negozi (di cui circa il 50% di abbigliamento) di una superficie di vendita complessiva di 20.600 mq. La locomotiva è un ipermercato E.Leclerc di 7.200 mq di area di vendita, il settimo e il più grande ipermercato di Conad Adriatico. Promotrice del centro commerciale è Fooruminvest Italia, filiale (creata nel novembre del 2004 e la cui prima operazione è stato l’acquisto del terreno per il centro commerciale teramano) della società promotrice olandese Foruminvest, che ha al suo attivo in Europa più di 50 shopping center. Questa di Teramo è la prima sua realizzazione, cui seguirà nel marzo del prossimo anno quella di Molfetta (Ba), di 115 negozi. Il parcheggio è dotato di 4.500 posti auto. Il costruttore è la cooperativa locale C.C.C.. “Il centro commerciale – precisa l’amministratore delegato Marco Mutti – è stato ideato con il project financing per il nuovo stadio di calcio del Teramo di 7.900 posti”, che verrà inaugurato domenica prossima, 25 novembre. La struttura del centro commerciale, progettata da architetti olandesi e rifinita da Fooruminvest Italia, è dotata di 3 ingressi, presenta 4 gallerie (caratterizzate dai colori blu, verde, giallo e rosso) molto ampie (una è riservata a food court)e 3 piazze (Corno Piccolo, Corno Grande, Piazza Teramo) e offre ai frequentatori un ambiente luminoso, riposante e prezioso nei suoi rivestimenti di pietra naturale al suolo e alle pareti, ma anche fortemente personalizzato nella sua identità locale di montagna e di città, rivolta sia agli abitanti del luogo sia ai turisti. Archi antichi e portici caratterizzano le gallerie, dove colpiscono ampie gigantografie a colori (in grigio solo quelle del duomo e della chiesa più antica della città) sulla scia delle ville venete del ‘700 fino alle dimore neoclassiche. Insomma l’enfatizzazione dei fattori ambientali locali fanno sentire a casa loro le 20.000 famiglie che costituiscono il bacino d’utenza di 15 minuti. I negozi delle gallerie portano le insegne più prestigiose italiane ed europee e per nulla quelle locali (a causa di un contenzioso di Foruminvesgt con la Confesercenti, perso da quest’ultima. La previsione di giro d’affari annuale è di 180-200 milioni di euro. La gestione è affidata a Sviluppo commerciale.
    L’iper E.Leclerc colpisce sia per gli ampi corridoi sia per il fatto che gli unici colori sono quelli dei prodotti e delle loro macchie combinatorie. L’area del freschissimo, ampia e dall’atmosfera molto leggera, presenta un aamplissimo e profondo assortimento di prodotti locali. L’assortimento dell’iper, invece, è quello normale di questa tipologia ((qui, però, più approfondito), ma con un accento maggiore sul non-food bricolage, dal momento che nel centro commerciale manca appunto una Gss dedicata. Colpisce all’interno la prima parafarmacia di Conad in Italia, tagliata sui parametri E.Leclerc: un’ampia zona di 2.500 prodotti di cura della persona e di bellezza conduce ai 60 mq veri e propri della parafarmacia contenente 300 farmaci otc/sop; il tutto è avvolto da una luce calda ma dai colori lievi, dove il verde varia tonicamente fino al bianco. L’iper, secondo l’amministratore delegato di Conad Adriatico Antonio Di Ferdinando, rappresenta “un tassello importante dello sviluppo della leadership del gruppo nei territori in cui è presente (dalle Marche alla Puglia). Per questo sviluppo verranno spesi nel 2008 oltre 20 milioni di euro”. (Italo Mora)

    Pensa se facevano qualcosa del genere a Potenza insieme al nuovo stadio...

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  2. L'argomento è stimolante e va trattato da più punti di vista.
    La propsta inglese poteva anche essere accolta ma non dovevano scegliersi l'area dove realizzare il loro investimento.
    Personalmente vedo per l'ex Cip Zoo una destinazione a Parco, quell'area è già intasata ed è troppo vicina al principale ingresso alla città. Tutti quei negozi avrebbero letteralmente soffocato l'area.
    E poi prima di loro un consorzio di imprenditori potentini ha messo gli occhi addosso a quell'area, ma a loro, fino ad oggi, è stato negato di costruire uffici, negozi, alberghi, attività artigianali, non vedo perchè avrebbero dovuto autorizzare gli inglesi.
    E poi che l'area ex Cip Zoo è davvero di proprietà della Regione, gli inglesi dovevano chiedere a quell'Ente la disponibilità dei suoli.
    Se proprio lo volevano fare l'investimento avrebbero trovato con il Comune un accordo per un'altra localizzazione, invece erano venuti, cazzi cazzi, proprio per costruire in quel posto.
    Io non sono d'accordo con molte scelte di questa Amministrazione ma in questo caso devo concordare per il diniego agli inglesi.
    Complimenti per il blog!!

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  3. Un altra zona si poteva trovare, un contatto con gli inglesi poteva rimanere non si gettano così 100 milioni di euro. Il Viviani poteva essere abbattutio e fatto diventare parco ecc.. ecc.. ecc..

    Ecco cosa c'è dietro alla vicenda...
    http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/sport/calcio/nuovi-stadi/nuovi-stadi/nuovi-stadi.html

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