Anche perché il tempo è pochissimo, 48 ore appena. «I timori sono tanti - commenta il segretario della Fiom di Torino, Giorgio Airaudo - e siamo molto in "zona Cesarini". La fuga delle banche o anche l´ipotesi di uno spin-off che porti all´abbandono della parte manifatturiera sono soluzioni da scongiurare». Per Airaudo «è importante non lasciarsi scappare un´idea buona come l´auto elettrica. Ma serve un imprenditore, preferibilmente italiano, e anche l´aiuto delle istituzioni. Lo Stato potrebbe essere il primo a farsi carico di commesse pubbliche importanti per rinnovare il proprio parco auto con vetture a propulsione elettrica».
Letteralmente natale significa "nascita". La festività del Dies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita del Sole Invitto") veniva celebrata nel momento dell'anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio d'inverno: la "rinascita" del sole.
Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo").
Infatti nell'emisfero nord della Terra tra il 22 e il 24 dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo "Natale". Questa interpretazione "astronomica" può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro. Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.
Molte volte la gente mi ha chiesto dove si trovi la Basilicata. Assurdo ma è così. E' qualcosa che nessuna regione ha.E' un dono: siamo visti come una regione mitologica. La Basilicata è come il concetto di Dio: Ci credi o non ci credi....
« «Che nome ha la terra in cui siete nato?» mi domandò una vecchia signora che, nei suoi giovani anni, era stata nel Mezzogiorno d'Italia. «Sono di Napoli», risposi. «Proprio di Napoli?». «No, di una terra ancora più meridionale, della Basilicata». Mi accorsi che il nome riusciva nuovo e volli precisare. «È una terra», io dissi, «molto grande, grande la terza parte del Belgio, grande più del Montenegro: non ha città fiorenti, né industrie. La campagna è triste e gli abitanti sono poveri. È bagnata da due mari e l'uno e l'altro hanno costiere assai malinconiche; dintorno ha le Puglie, i Principati e le Calabrie». I nomi di queste terre dovettero produrre una certa impressione poiché la mia interlocutrice non mi fece quasi finire. «Il vostro», mi disse, «se è tra la Calabria e le Puglie, deve essere il paese dei briganti» »
( Francesco Saverio Nitti, Eroi e Briganti , 1899)
Dove ho la possibilità di fare una domanda a Stefano Quintarelli, Carlo Bertani,Debora Billi, Ugo Bardi, Beppe Caravita, Jacopo Fo, Weissbach se non su Internet????.....
DIALOGHI FUTURI DAL FISCALISTA: 1° dialogo Imprenditore: Cacchio 25000€ di tasse per l'anno prossimo!!!! Fiscalista: Ha ragione dobbiamo fare qualcosa per rientrare un pò, ma aspetti c'è la certificazione energetica!!! Imprenditore: La certificazione energetica!?!? Fiscalista: Certo dal primo gennaio le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico non costituiscono un credito d'imposta ma una detrazione, esattamente come nel caso delle agevolazioni per ristrutturazione Imprenditore: Ho capito chiamo il certificatore energetico e vediamo che può fare...
2°dialogo: Imprenditore: Ma come ho speso 20000€ per l'impianto di cogenerazione e non posso ottenere la detrazione fiscale del 55%??? Fiscalista:Mi dispiace ma per chi non ha capienza nell'imposta nessuna restituzione del 55% Questo vuol dire che chi non ha abbastanza tasse da pagare comunque non avrà la possibilità di godere di nessun rimborso dei soldi spesi per pannelli, doppi vetri, caldaia a condensazione o coibentazione dell'immobile. Quindi chi negli anni passati ha sempre avuto una dichiarazione con un credito e un relativo rimborso (in seguito alla detrazione, ad esempio, di spese per l'istruzione, sanitarie, del mutuo ecc.) e di conseguenza non ha capienza nell'imposta, non ha alcun modo di beneficiare degli incentivi fiscali per risparmio energetico. Imprenditore: Porca miseria e li ho pure votati... Per ulteriori info:link
I titoli dei giornali in Basilicata di questi giorni:
Emergenza rifiuti in Basilicata Potenza è senza discarica.
A Lauria la discarica chiude a febbraio
Matera pensa all'inceneritore
Potenza prova ad imitare Napoli
Adesso dico io con una popolazione di circa 80000 abitanti faccio la seguente domanda-richiesta al sindaco di Potenza: PERCHE' NON IMPLEMENTIAMO UN SISTEMA DI RACCOLTA PORTA A PORTA DEI RIFIUTI NELLA CITTA' DI POTENZA???!!!!
Anche indicata come OTEC, acronimo inglese per Ocean Thermal Energy Conversion. Gli oceani coprono circa il 70% della superficie della Terra, costituendo così il più grande collettore solare. Tra le acque in superficie, calde, e quelle in profondità, fredde, cè una differenza di temperatura che può superare i 25°C e che può essere sfruttata con opportuni cicli per produrre elettricità. La tecnologia che permette di convertire l'energia termica degli oceani in energia elettrica è nota con il nome di OTEC (Ocean Thermal Energy Conversion). Per far sì che una centrale OTEC produca una conveniente quantità di energia deve essere installata dove la differenza di temperatura tra le acque calde di superficie e le acque fredde delle profondità oceaniche è di circa 20°C. Queste condizioni sono presenti nelle aree costiere dei mari tropicali tra il Tropico del Capricorno e il Tropico del Cancro. Gli impianti OTEC, situabili sulla terraferma (on-shore) o in mare aperto (off-shore) su navi o piattaforme ancorate, possono essere sostanzialmente di tre tipi: * a ciclo aperto, Open-Cycle OTEC; * a ciclo chiuso, Closed-Cycle OTEC; * ibrido, Hybrid-Cycle OTEC. Nei sistemi a ciclo aperto, l'acqua di mare calda è il fluido di processo che viene pompato in un evaporatore flash, dove condizioni di bassa pressione, tipicamente 0,03 bar ne causano l'evaporazione alla temperatura di 22°C. Il vapore generato si espande in una turbina di bassa pressione, collegata con un generatore elettrico, e viene successivamente condensato, passando attraverso un condensatore posto a contatto con l'acqua fredda delle profondità oceaniche.
Lucania Saudita. Come ci ripetevamo entusiasti, si trattava del giacimento più immenso d’Europa. Grosse grasse somme di danaro, sotto forma di royalties, ci avrebbero reso, noi basilischi, i più poveri tra i poveri terroni, ricchi come arabi e non più bisognosi di sovvenzioni ma al contrario pronti a dispensarne; né più saremmo emigrati ma casomai avremmo ora aperto noi le porte della Lucania Saudita ai bisognosi. Quella sera, una ragguardevole quantità di Aglianico aveva riempito i nostri bicchieri e ce ne tornammo a casa pieni di sogni e desideri anche se poi nessuno tra noi si arricchì col petrolio; nessuno proprio in generale, se è per questo, visto che i lucani sono oggi più poveri.
Controsenso karmico. Circa centomila barili di greggio vengono estratti ogni giorno dal nostro fondo di provincia. Sì, non s’è prodotta una grande occupazione — richiedendo gli impianti pochi addetti — e fissare le royalties a un misero 7 per cento non è stato il grande affare che si credeva ma lo stesso nelle casse della Regione s’è creato quel gettito di centinaia di milioni di euro che avrebbe dovuto incentivare nuove attività e imprese. Invece, secondo l’ultimo recentissimo rapporto Istat, i lucani occupano il posto d’onore sul podio dei poveri d’Italia insieme ai siciliani.
Ma com’è mai possibile visto che oltretutto siamo quattro gatti — seicentomila, meno di un quartiere di Roma — e possediamo ogni pensabile risorsa? Il petrolio certo, ma anche acqua talmente buona che è venuta a comprarsela la Coca-Cola, e il sontuoso Aglianico; e peperoni di Senise, fagioli di Sarconi nonché il meraviglioso pecorino di Moliterno — diffidate dell’imitazione sarda, prego! — e spiagge, come si dice, incontaminate, e Maratea, uno-dei-dieci- facciamo-trenta-più-bei-posti-del-mondo? Come si spiega allora, eh?, come si spiega che continuiamo a esser poveri, anzi che diventiamo sempre più poveri?
Scarso senso degli affari, ancora più scarsa capacità progettuale, si dirà: visto che una buona parte delle royalties destinate alle nuove imprese rimangono inutilizzate. Strano però che i lucani, appena fuori dai confini regionali, si trasformino in fior fior di imprenditori. Ma non sarà, per caso, una maledizione?
Ricco come un texano. Così qualcuno potrebbe esser tentato di rivolgersi a una delle nostre celebri masciare come, negli anni Sessanta, fece il latifondista Michelantonio dell’Arco, il quale fiutando che il metano, allora scoperto, invece di renderlo ricco come un texano, sarebbe stata la causa stessa dell’espropriazione delle sue amate terre, si rivolse alla potente strega Lia la Bavosa. Lia gli s’inginocchiò davanti, gli denudò i piedi e dopo aver fatto un bolo di saliva... be’, lasciamo perdere. Fatto sta che da miserabile Re del Gas lo tramutò in ricco Re della Gassosa; noi, da Sovrani del Parco Energetico, potremmo chiederle di farci tornare a esser gli arcadici Sovrani dei Parchi Naturali secondo la vecchia freddura: «Scusi lei è lucano?», «No lu cano è là sotto. Io so’ lu pastore!». Ma chi, oggi, si sottoporrebbe al terribile rituale della Bavosa? No, signori, indietro non si torna. Rimbocchiamoci le maniche piuttosto. D’altra parte siamo in tempo: ci sono ancora ben 465 milioni di barili da estrarre, per un valore astronomico di 50 miliardi di dollari con la conseguente magnifica percentuale in royalties che ci spetta — davvero un gran pacco di soldi! E per una volta che la fortuna ci arride, be’ cerchiamo di meritarcela.
Le cucine a induzione consentono di cucinare rapidamente, risparmiando energia. Per questi loro vantaggi sono impiegate da tempo nelle grandi aziende e sempre di più anche nelle economie domestiche private.
In questo tipo di cucine l’energia calorica è generata da campi magnetici a media frequenza. Essi attraversano il fondo delle pentole producendo energia elettrica che scalda il contenitore e il suo contenuto.
Da tempo, il riscaldamento di elementi elettricamente conduttivi per induzione trova molteplici applicazioni a livello industriale. Nelle abitazioni private questo principio è utilizzato soprattutto per le cucine, nelle quali il calore è prodotto direttamente nel fondo della pentola e non per conduzione attraverso la zona di cottura come avviene nelle cucine convenzionali. Le cucine a induzione presentano tutta una serie di vantaggi: rapidità di reazione e di prima cottura o ebollizione, riduzione dei tempi di cottura, risparmio di energia, minor rischio di scottature o d’incendi perché le zone di cottura non raggiungono alte temperature.
1. Informazioni tecniche
Frequenza: 20 – 100 kHz
Potenza: fino a 7500 W
Principio della cottura a induzione
Ogni piastra della cucina a induzione contiene una bobina induttrice attraverso la quale scorre una corrente alternata a media frequenza (20 – 100 kHz). Questa corrente genera un campo magnetico della stessa frequenza, il quale attraversa senza ostacoli il piano di cottura di vetroceramica e s’infiltra nella pentola situata sul piano di cottura (figura 1). Il campo magnetico crea nel fondo della pentola elettricamente conduttivo una corrente circolare (corrente parassita). Questo principio è detto induzione. Il fondo delle pentole è fabbricato con un materiale in cui, alla frequenza utilizzata, la corrente parassita perde notevolmente calore. Questo fenomeno avviene nei materiali magnetici, particolarmente permeabili. Il loro campo alternato è spinto sulla superficie esterna del fondo della pentola (effetto pelle) aumentando la resistenza e producendo di conseguenza un maggiore riscaldamento. Inoltre, il campo magnetico alternato genera demagnetizzazioni nei fondi delle pentole, le quali contribuiscono a loro volta a produrre calore (perdite per isteresi) [1].
Figura 1: Struttura schematica di una cucina a induzione. Fonte [2]
Formazione dei campi di dispersione
Il campo magnetico non raccolto dalla pentola attraverso l’induzione è detto campo di dispersione. Esso si forma soprattutto se la superficie della pentola non copre totalmente la zona di cottura [3]. Considerato che la corrente parassita genera a sua volta un campo magnetico nel fondo della pentola che contrasta il campo magnetico del fornello, quest'ultimo e il campo di dispersione vengono indeboliti.
Formazione delle correnti derivate
La bobina induttrice e la pentola sulla piastra creano un condensatore elettrico. Accendendo la bobina induttrice la pentola si carica elettricamente. Se una persona la tocca, una leggera corrente (corrente derivata) può percorrere il suo corpo [7].
Potenze tipiche
Negli apparecchi concepiti per l’uso privato sono previste generalmente quattro zone di cottura con potenze che variano dai 1200 ai 3600 Watt. Nelle cucine a incasso la potenza totale è di ca. 7500 Watt. Per una prima rapida cottura o per scaldare l’acqua i fornelli possono essere azionati per breve tempo con una potenza supplementare (booster o funzione power).
Questa tecnologia innovativa della cottura, tramite la generazione di un campo elettromagnetico, si è tradotta in un miglioramento delle prestazioni, una riduzione dei consumi, una totale assenza di dispersione di calore, ed un aumento della sicurezza in cucina. Basti pensare che i piani cottura ad induzione sfruttano al massimo l'energia assorbita con un rendimento del 90% mentre i tradizionali fornelli, per la natura del loro principio di funzionamento, rendono solo il 40-60% disperdendo circa la meta' dell'energia nell'ambiente circostante.
Rendimenti approssimativi dei vari piani cottura:
Induzione 90%
Alogeno 58%
Elettrico 47%
Gas 40%
Si noti come i piani cottura a induzione siano in grado di trasformare una percentuale altissima di energia utilizzata in calore utile al riscaldamento dei cibi, mentre gli altri piani cottura hanno una grossa dispersione nell'ambiente circostante per cui la spesa di energia risulta doppia in quanto circa la metà dell'energia utilizzata viene sprecata. Risulta chiaro che per scaldare lo stesso contenuto, tramite l'utilizzo di un fornello a gas ci vorrà più tempo, ed il calore non sarà irradiato in maniera uniforme su tutta la pentola, questo perchè mentre un fornello a gas trasferisce il calore attraverso il fuoco SULLA PENTOLA, il piano ad induzione trasferisce un campo elettromagnetico che genererà calore NELLA PENTOLA .
Ma come funziona la cucina a induzione elettromagnetica ?
Il principio è veramente molto semplice. Quando si posa un recipiente metallico ferroso sulla piastra, un induttore elettrico sottostante crea un campo magnetico al suo interno. Il campo magnetico creato genera nel recipiente metallico ferroso delle correnti chiamate, dal nome dell'inventore, “di Foucault” che trasformano al suo interno l’energia magnetica indotta in energia calorica provocandone il riscaldamento. Il campo elettromagnetico che dà luogo al riscaldamento della zona di cottura infatti, si origina solo a contatto con il recipiente e si mantiene circoscritto alla superficie dello stesso; questo consente di mantenere fredda la superficie del piano attorno alla zona di cottura in funzione garantendo una maggiore sicurezza e un’estrema facilità di pulizia in caso di fuoriuscita accidentale di liquidi, evitando la formazione di incrostazioni.
Quali sono i vantaggi dei piani a induzione ?
Utilizzando il sistema ad induzione, i tempi di cottura di alcuni cibi, come pasta o sughi, vengono sensibilmente ridotti. Basti pensare per esempio che i tempi di ebollizione per due litri d'acqua sono quasi dimezzati: un the? Solo alcuni secondi! Lo suggeriamo soprattutto agli anziani poichè è molto improbabile che tramite questo sistema possano bruciare le pentole, ci si possa scottare, o prendere la corrente (fate comunque attenzione, improbabile non significa impossibile). E' molto improbabile anche che si possano appiccare incendi domestici: infatti questo sistema evita il rischio del pericolo di fughe di gas ed i rischi connessi alla fiamma libera (logicamente, come in tutte le cose, nonostante la grande sicurezza di questi sistemi, un guasto può sempre capitare).
Fra i benefici dell'utilizzo dei piani ad induzione rispetto ai tradizionali troviamo:
costo di esercizio ridotto rispetto ai tradizionali fornelli a gas o elettrici;
economico: consuma energia solo quando il contenitore è appoggiato alla piastra;
ad alto rendimento e minima dispersione di calore: rendimento del 90% contro il 40-50% dei fornelli tradizionali;
riscaldamento immediato delle pentole;
controllo immediato della variazione di temperatura della pentola per bloccare istantaneamente l'ebollizione, oppure per cotture molto vivaci o assolutamente dolci;
rapidità di cottura spesso paragonabile a quella del microonde (da un terzo fino al 50% rispetto ad un fornello tradizionale): due litri di acqua vengono portati ad ebollizione in circa 5 minuti contro gli 8 minuti necessari con un fornello a gas. Ciò riduce di conseguenza il consumo di energia elettrica necessaria;
il calore è costante ed omogeneo evitando che i cibi attacchino subito al fondo, si possono quindi ridurre i condimenti e i grassi, i cibi mantengono un aspetto migliore;
sicurezza: si leva la pentola e la zona si spegne, non lo si può dimenticare acceso, non si attiva accidentalmente a contatto di oggetti metallici di piccole dimensioni come posate, anelli, bracciali, ecc.;
sicurezza: il piano in vetro ceramica circostante rimane freddo;
sicurezza: evita il rischio del pericolo di fughe di gas e i rischi connessi alla fiamma libera;
facilità di pulizia: il piano è totalmente liscio ed ermetico, un colpo di straccio umido e torna pulito, non vi si attacca nulla;
maggior comfort durante la cottura ed un risparmio medio del 30% in tempo
silenziosità: il piano cottura non genera rumori;
tecnologicamente avanzato;
offre gradevolezza estetica.
Per il corretto funzionamento delle piastre ad induzione è necessario l'utilizzo di pentole a fondo piatto costruite con acciai ad alto contenuto ferritico inox 410 o similari, in linea di massima se le si attacca una calamita significa che la pentola va bene (niente pentole di alluminio, vetro, terracotta, o ceramica: consigliamo di utilizzare padelle speciali sulle quali il fabbricante abbia indicato che sono adatte per cucinare a induzione), inoltre il contatore per la fornitura elettrica dev'essere dimensionato adeguatamente in quanto il normale contratto da 3KW non è generalmente sufficiente per alimentare contemporaneamente le quattro zone di cottura messe alla massima potenza e gli altri elettrodomestici della casa. Esistono tuttavia piani cottura "intelligenti" di ultima generazione dotati di un software per l'ottimizzazione dei consumi in grado di mantenere un basso tenore di assorbimento, solitamente entro i 3KW massimi.
Visite totali: 10.081 Totale pagine viste: 14.626 Un gioco iniziato 2 anni fa che si trasforma continuamente... Grazie per regalo vi mostro l'immagine che mi ha cambiato la vita: Indovinate che cos'è?
Cossiga consiglia a Maroni di usare gli agenti provocatori
Dal "Quotidiano Nazionale" del 23/10/2008
Intervista a Cossiga
"Bisogna fermarli: anche il terrorismo partì dagli atenei"
di Andrea Cangini
D - Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
R - Dipende, se ritiene d'essere il Presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitico PCI ma l'evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.
D - Quali fatti dovrebbero seguire?
R - Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero Ministro dell'interno.
D – Ossia?
R - In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...
D - Gli universitari, invece?
R - Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
D - Dopo di che?
R - Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.
D - Nel senso che...
R - Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.
D - Anche i docenti?
R - Soprattutto i docenti.
D - Presidente, il suo è un paradosso, no?
R - Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!
D - E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero.
R - Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio.
D - Quale incendio?
R - Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale.
D - E' dunque possibile che la storia si ripeta? «
R - Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo.
D - Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
R - Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...
D - Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
R - Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all'inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com'era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente.
Tutti devono sapere cosa sta succedendo alla nostra università...e soprattutto che la riforma della gelmini NON è L'INTRODUZIONE DEL MAESTRO UNICO!! Nessuno parla mai di ciò che succede all'università...facciamo girare questa mail il più possibile!
Non lasciamo che svendano il nostro futuro CONOSCERE LA LEGGE 133/2008 PER DIFENDERE L’UNIVERSITA’ PUBBLICA
Cercherò di essere il più breve e comprensivo possibile, ben sapendo che in ogni caso vi saranno molte cose di cui scrivere, sperando che tutti abbiano il tempo e la pazienza di leggere quanto riportato sotto, e trovino la spinta per informarsi ed informare quanta più gente possibile intorno a se, perché si tratta di salvare l’università, una cultura di qualità per tutti coloro che desiderano riceverla. Più che una legge, è un enorme calderone all’interno del quale è stato gettato di tutto, ogni argomento con una qualche valenza di tipo economico. Il testo della legge potete trovarla a questo indirizzo [ http://web.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm], pubblicata sul sito web della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano. Basti pensare che questa legge ha chiamato in causa le seguenti commissioni - Commissione V BILANCIO E TESORO e VI FINANZE - COMITATO PER LA LEGISLAZIONE - Commissione I AFFARI COSTITUZIONALI - Commissione II GIUSTIZIA - Commissione III AFFARI ESTERI - Commissione IV DIFESA - Commissione VII CULTURA - Commissione VIII AMBIENTE - Commissione IX TRASPORTI - Commissione X ATTIVITA’ PRODUTTIVE - Commissione XI LAVORO - Commissione XII AFFARI SOCIALI - Commissione XIIIAGRICOLTURA - Commissione XIV POLITICHE UNIONE EUROPEA - COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI
L’iter parlamentare di questa maxi legge ha avuto inizio con la prima lettura alla Camera dei Deputati il 2 LUGLIO, per concludersi con l’approvazione il 6 AGOSTO 2008, e passare al Senato. Un mese di discussione, due o tre giorni per settimana, nel completo silenzio dei media nel periodo di minima attenzione dell’opinione pubblica, in vacanza, ferie… Arriviamo a discutere cosa questa legge decreta al riguardo dell’università pubblica.
TAGLIO DELLE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE ALL’UNIVERSITA’PUBBLICA E’ stata decisa da questa legge il taglio dei fondi destinati all’università pubblica (FFO - fondo per il finanziamento ordinario delle università ) nella seguente maniera. Riduzione di: - 63.5 milioni di euro per l’anno 2009 - 190 milioni di euro per l’anno 2010 -316 milioni di euro per l’anno 2011 -417 milioni di euro per l’anno 2012 - 455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013 per un totale di 1441.5 milioni di euro almeno fino al 2013. TRASFORMAZIONE DELLE UNIVERSITA’ PUBBLICHE IN “FONDAZIONI DI DIRITTO PRIVATO” Per sopperire all’improvviso ammanco dei finanziamenti pubblici, lo stato consente alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. .Questo passo sancirebbe la morte di un’istruzione pubblica per tutti , consentendo alle fondazioni universitarie di decidere l’entità delle tasse per gli studenti, ed andando a ledere il fondamentale diritto allo studio univesitario, tutelato dalla Costituzione Italiana attraverso l’articolo 33, che recita: Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Attualmente la legge difatti sancisce che nell’anno solare, il gettito delle tasse degli studenti non deve superare il 20% dell’importo del finanziamento ordinario dello Stato (FFO), cosa che di fatto pone un tetto massimo alle tasse che si possono far pagare ad uno studente. Con il passaggio a fondazione l’università potrà ( e vista la mancanza di fondi, dovrà)chiedere qualunque cifra agli studenti, senza dover rispondere a nessun tetto prefissato .Una retta universitaria da 10000 euro potrebbe essere uno standard per il prossimo anno accademico. Raggiungeremmo uno standard tipo college americano, dove o si vince una borsa di studio per meriti sportivi, o si è abbastanza ricchi da poter far fronte ad una richiesta economica di tale portata. Con l'entrata in vigore della legge 133/2008 si è andati a ledere questo principio costituzionali, garantendo il diritto allo studio ed ad una formazione di qualità solamente a chi può far affidamento su una grande capacità economica, andando a ledere il principio costituzionale di eguaglianza e pari dignità tra i cittadini decretata dall’articolo 3
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Al contempo assisteremo alla definitiva violazione dell’articolo 9, che recita Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica […] vista la sostanziale impossibilità delle università di mantenere una gestione pubblica a seguito dei tagli economici e di personale docente, di ricerca e tecnico – amministrativo subiti. Oltre a questo vi sono implicazioni riguardanti i poteri economici. Le università potranno “trovarsi uno sponsor” che li finanzi. Inutile dire gli effetti devastanti che avrebbe un controllo economico di questo tipo sulla ricerca in tutti i vari settori universitari. La ricerca verrebbe condotta secondo le direttive impartite dalle società finanziatrici, in base alla redditività a livello economico! TURN OVER (articolo 66) La stessa legge ha imposto una drastica riduzione del personale universitario alle facoltà stesse, che si trovano costrette improvvisamente a mandare obbligatoriamente in pensione chi ha maturato i requisiti necessari, o altrimenti licenziare parte del proprio organico. Logica vorrebbe una sostituzione nelle posizioni didattiche per mantenere l’offerta d’insegnamento. La legge 133 impone invece un turn over bloccato al 20%, ovvero un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti o licenziamenti .Come pensiamo di mantenere una didattica di buon livello in questa maniera? Riassumendo: - Le facoltà devono ridurre gli organici entro i termini imposti dalla legge, licenziando o pensionando forzatamente - Si può procedere all’assunzione ogni 5 pensionamenti e/o licenziamenti Matematicamente qualcosa non torna. Si rinuncia a personale docente, chiedendo ai ricercatori di mantenere il ruolo di insegnanti, mantenendo la stessa retribuzione e lavorando fuori dai compiti stabiliti dal loro contratto (che prevede 60 ore di ricerca, e nessun obbligo all’insegnamento). Con questa situazione, l’unica soluzione sarebbe sopprimere corsi d’insegnamento, fino a giungere addirittura alla cancellazione dei corsi di laurea meno frequentati o considerati di minor interesse.
In questo rapido excursus informativo sono stati citati solamente i problemi più grossi a cui questa legge condurrebbe, ma basta leggere con attenzione il testo della legge, o informarsi con chi già lo ha fatto prima di noi perché vi si dischiudano gli abissi entro cui verrà gettata l’università se tutto questo viene approvato in parlamento. L’università da pubblica diventerebbe un privilegio per i pochi che potrebbero permettersi rette universitarie altissime, mentre il livello qualitativo dell’insegnamento pubblico crollerebbe a picco per la mancanza di docenti e la soppressione di esami, nonché probabilmente anche di corsi di laurea meno frequentati o considerati “di minore rilievo” . Si sta cercando di distruggere la nostra cultura ed obbligando le università a svendersi a privati per sopravvivere, senza poi garantire un livello di istruzione accettabile.
DIFENDIAMO L’UNIVERSITA’ PUBBLICA DALLA LEGGE 133/2008
Dato che la Fiat ha messo in vendita la Grande Punto a Metano mi sono chiesto come fare un ipotetico rifornimento qui in Basilicata se abitassi in un luogo lontano dal distributore. Forse una soluzione può essere l'uso del Phill. Si tratta di un dispositivo elettrico costituito da una pompa che permette di travasare il metano dalla rete domestica al serbatoio dellauto. Per un pieno si impiegano otto ore, insomma, una notte intera, ma non occorre andare dal benzinaio. Phill si installa in garage o all'aperto e, a detta del distributore, è assolutamente sicuro e funziona, perché il metano per autotrazione è identico a quello domestico, che è solo «odorizzato». Unico inconveniente, per ora, è il prezzo: Phill costa 4.800 euro. Di seguito il video:
Se poi si decidono ad installare qualche altro distributore....
In Puglia al largo di Tricase verrà impiantata una wind farm off shore di tipo innovativo che può essere impiantata ad una distanza di 20 km dalla costa. Sul mio canale web il video del prototipo della prima pala.
Il termine stagflazione nasce negli anni 70, dopo il primo shock petrolifero del 1973-74. Esso indica la contemporanea presenza di un'attività produttiva che non cresce (stagnazione) e di un persistente aumento dei prezzi (inflazione). Fino ad allora la coesistenza di questi due fenomeni era difficilmente spiegabile per gli economisti, che ritenevano la crescita dei prezzi una forma di male necessario per sostenere lo sviluppo dell'economia.
Una proficua lotta alla stagflazione è particolarmente complessa, in quanto per diminuire la spinta inflazionistica le Banche Centrali dovrebbero ridurre la massa di moneta circolante e, indirettamente, contenere la domanda di beni e servizi; ma una diminuzione della domanda causata da scarsità della massa monetaria non favorisce la crescita economica e quindi il rientro della disoccupazione.
Quello che i nostri politici non hanno capito è chela lotta alla stagflazione non può essere fatta con misure monetarie e neppure con misure fiscali per il semplice motivo che la causa dell'inflazione è l'aumento dell'energia sia sottoforma di elettricità che di prezzo del petrolio e di prodotti petroliferi. Quindi invece di iniettare miliardi di euro e dollari per salvare banche e finanziarie bisognerebbe usare quei soldi per finanziare progetti di produzione di energia e progetti per l'efficienza energetica. Inutile dire che investire in innovazioni di tipo energetico porterebbe nuovi posti di lavoro e sviluppo economico.(vedi Germania, Spagna o Islanda)
Ecco come viene invece combattuta la stagflazione oggigiorno:
Rispetto agli anni '70, oggi il fenomeno della stagflazione viene mitigato dalla mancata rincorsa prezzi/salari, ovvero ad un aumento dei prezzi, soprattutto petrolio e materie prime, non corrisponde automaticamente un adeguamento inflattivo delle richieste salariali che vengono condizionate dalla possibilita' per le imprese di esportare sempre di più la produzione in paesi che hanno un costo del lavoro nettamente inferiore. Questa tendenza a sua volta riduce la possibilita' di contrattare eventuali aumenti salariali nei paesi più sviluppati riportando in equilibrio il mercato del lavoro e quindi senza produrre un ulteriore peggioramento del tasso d'inflazione. A questo punto una politica monetaria restrittiva risulta inefficace e quindi occorre agire piuttosto su quella fiscale, con una sensibile riduzione della spesa corrente ed una corrispondente riduzione della pressione fiscale, unica strumento efficace per stimolare i consumi e perciò la domanda aggregata di beni e servizi. La conseguente crescita economica rende quindi possibile una ripresa dell'occupazione, proprio in conseguenza della sopra citata moderazione salariale. Alle Banche centrali spetta quindi il compito di fine tuning, ovvero di equilibrare con la maggiore precisione possibile, la liquidità immessa nel sistema, in particolare attraverso una migliore allocazione della massa monetaria allargata che accompagni la ripresa dell'economia.
Quello che serve invece è un New Deal energetico, culturale e demografico suddiviso in vari punti:
1: investire in energie rinnovabili e progetti di efficienza energetica 2: spingere le giovani menti lucane e italiane verso facoltà scientifiche, non usciremo dalla crisi energetica e dalla stagflazione con gli avvocati o gli scienziati della comunicazione. 3: una politica demografica a livello mondiale: qualunque provvedimento che noi prenderemo verrà vanificato semplicemente con un piccolo aumento della popolazione mondiale per esempio di paesi come la Cina o l'India.
La Provincia è un ente inutile però alcune volte qualcosa di buono la fà. La Provincia di Bolzano ha per esempio recentemente messo on-line un portale improntato all'efficienza energetica. Lo trovate qui: http://www.energie-sparen.it/it/home.html
Potrebbe essere un esempio per la provincia di Potenza.
Ho letto le ultime minchiate di Franco Battaglia:http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=277289 Non ho nemmeno più la voglia di commentare simili articoli. Vi riporto parte di un post che lo ha già fatto meglio di me. Come al solito in Italia gente come Franco Battaglia scrive sui quotidiani e uno come Carlo Bertani l'ho scoperto quasi per caso su Internet....
Che ne pensi di questo?
http://crisis.blogosfere.it/2008/12/wimax-scordatevelo-ecco-perche.html