domenica 17 maggio 2009

Manager lucani & piano tagli


In base alla legge regionale 31/83 chi ha cariche elettive e direttive è tenuto a pubblicare la propria situazione patrimoniale sul Bollettino ufficiale della Regione.

In molti hanno risposto all’obbligo, ma c’è anche chi l’ha completamente ignorato. È il caso di 23 dirigenti: Giovanni Vita (comunità montana Alto Agri),
Nicola Mecca e Mario Ungaro (Cm Alto Basento),
Antonio Anatrone (Cm Alto Bradano),
Mario Dragonetti, Gaetano D’Alessandro, Vincenzo Di Sario, Giuseppe Ruberto e Francesco Ventimiglia (Cm Alto Sinni),
Domenico Urga, Michele Romano, Ferdinando Sarli (Cm Alto Sauro),
Luigi Delorenzo, Giuseppa Deufemia, Filipop Giuseppe, Trani Antonio (Cm Collina Materana),
Francesco Eligiato, Rosanna Faraone, Francesco Gonnella, Antonio Pacella (Cm Marmo Platano),
Cristiano Vezzuso (Cm Medio Basento),
Angelo Cappiello e Donato Rondinella (Cm Vulture).

A questo punto spero che venga approvato questo, tranne per quanto riguarda il podestà- emh sindaco a vita...

bozza di intervento sulle autonomie locali: nessun limite di mandato per i primi cittadini

Il piano-tagli: via 1.612 enti «dannosi» Nei Comuni meno poltrone e sindaci a vita

Il progetto di Calderoli: addio alle comunità montane e ai difensori civici

Abbiamo una serie di comunità montane che letteralmente non hanno fatto un c... basta

Se la proposta passe­rà, si potrà fare il sindaco a vita, ri­mettendo indietro di anni l'orologio della nostra storia. Una modifica che è fortemente sostenuta dalla Lega Nord, ma che non piace invece al Pdl. E non sarà nemmeno facile far pas­sare i tagli, sacrosanti, stabiliti per i consigli e le giunte comunali e pro­vinciali. I consiglieri dei Comuni con oltre 500 mila abitanti non potranno superare il numero di 40. E così a sca­lare.

Per i Comuni minori, fino a 3 mi­la abitanti, il limite massimo è di 6. I consiglieri provinciali non potranno in ogni caso essere più di 30. Fra sin­daco e assessori le giunte comunali non dovranno avere più di 12 poltro­ne. Quelle provinciali, non più di 8. I Comuni fino a mille abitanti non avrebbero nemmeno la giunta, ma soltanto il sindaco. Non sono le uni­che novità. La riforma stabilisce pure che Province e Comuni abbiano un segretario con l'incarico di controlla­re gli atti: nominato non dall'ammini­strazione ma da un organismo terzo, una speciale «Agenzia autonoma per l'efficienza degli enti locali».

Facile immaginare le reazioni che provocheranno pure le altre sforbicia­te previste dalla «bozzaccia». Forse ancora più dolorose di quelle appena descritte. Sforbiciate, in numero di ben 1.612 (tanti sono gli enti che ver­rebbero eliminati) recepite da una proposta di legge del deputato del Pdl Mario Valducci, ora convogliata pressoché integralmente in questa ri­forma, di cui rappresenta una delle parti più sostanziose.

La tagliola calerà sulle 185 comuni­tà montane. Identica sorte avrebbero i 63 «Bacini imbriferi montani», i 138 enti parco regionali, le 91 Ato, i 600 enti strumentali regionali. E i 191 consorzi di bonifica, pianeta tutto da scoprire. Un caso per tutti: il consor­zio di bonifica delle colline livornesi ha 16 dipendenti ma 33 fra consiglie­ri delegati, deputazione amministra­trice e collegio sindacale. Con regola­re gettone di presenza.

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