In Italia :
Le strutture pubbliche, che dovrebbero essere in grado di accogliere tutti quelli che ogni anno si trasferiscono nelle città sedi di università prendendovi domicilio, sono in realtà assai poche. Per ottenere l’alloggio dovete presentare la domanda all’azienda DSU della vostra università (attenzione alle scadenze!), quindi non vi resta che aspettare la pubblicazione delle graduatorie. Visti i tempi lunghi degli enti e i pochi posti a disposizione non vi conviene stare lì ad aspettare il responso, a Settembre diventa già difficile trovare casa qualora non risultiate poi vincitori della borsa. La cosa migliore è cercare casa nel mercato privato, attendendo, per la firma del contratto, l’esito della graduatoria per l’alloggio pubblico.
In Italia, il numero di posti letto messi a disposizione dallo stato è poco meno di 30.000, a fronte di una popolazione di fuori sede di oltre 500 mila studenti. Molto spesso, le case dello studente si riducono a dormitori poco attrezzati e socializzanti. Tragica rimane poi la situazione di molte case. Soprattutto al sud, esse appaiono vecchie e in stato di degrado (a volte ci sono problemi addirittura per i riscaldamenti o di disponibilità di acqua calda, ecc). Servono ingenti finanziamenti per accelerare sul fronte della residenzialità pubblica e per avvicinarci alla media europea. Inoltre è bene sapere che un numero più alto di residenze pubbliche gestite dagli Enti per il Diritto allo Studio avrebbe certamente un effetto calmierante del mercato privato degli affitti, frenando così il brusco aumento del costo degli affitti stessi.
In Francia stesso problema approccio diverso...
«Alcuni fanno finta che gli studenti non abbiano problemi di alloggio…».
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