sabato 9 febbraio 2008

Polveri di rifiuti: THOR (...alternativa agli inceneritori)


Thor (Total house waste recycling) sistema per il recupero e la raffinazione dei rifiuti solidi urbani
Ho visto su Pixel del 9 febbraio (la rubrica di tecnologie di Raitre) un sistema innovativo di trattamento meccanico dei rifiuti che permetterebbe di far uscire dalla crisi Napoli e dintorni.
cliccate sul link per vedere il video http://www.tg3.rai.it/SITOTG/TG3_pagina/0,8769,11,00.html

Dovete subirvi prima un servizio sui treni ad alta velocità e poi uno su un laboratorio multimediale e poi finalmente il servizio sul Thor.
Questo è il primo video disponibile in rete dato che non sono riuscito nemmeno a vedere delle immagini.

Ecco una descrizione del sistema:


Polverizza i rifiuti solidi urbani e li purifica dalle sostanze nocive, rendendoli idonei a essere bruciati senza il rischio di sprigionare diossine o disperdere metalli pesanti, ma anche rendendoli adatti a essere stoccati senza rischi per l’ambiente circostante e l’igiene. È un processo messo a punto dall’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del CNR di Roma in collaborazione con la Assing s.p.a., che ha costruito il primo prototipo del tritarifiuti. Durante la prima fase del processo i rifiuti vengono macinati da sfere in acciaio che, tramite un’azione di attrito, li riducono in granelli di polvere del diametro di 10-20 micron (come polvere di talco). Questo procedimento, chiamato micronizzazione, comporta anche la sterilizzazione (avviene a pressioni di 15mila atmosfere), l’aumento della superficie specifica e la disidratazione, fattori, questi ultimi due, che garantiscono un potere calorifico molto maggiore rispetto al tradizionale Cdr (Combustibile derivato da rifiuti, trattamento in cui i rifiuti sono sminuzzati solo grossolanamente). Non solo, durante il trattamento vengono applicati procedimenti semplici (mutuati dall’industria mineraria) che consentono di eliminare il cloro e far precipitare i metalli in forma ionica (quelli in frammenti vengono eliminati con i normali separatori per metalli).

l primo impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia, riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora e non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento; è completamente meccanico, non termico e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve, limitando o eliminando così lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro.

L’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno.

“Un impianto di meccano-raffinazione di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate di rifiuti l’anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale”, spiega Paolo Plescia. “Per una identica quantità, una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli di gestione, e in particolare le spese legate allo smaltimento delle scorie e ceneri per gli inceneritori, o della gestione degli odori e dei gas delle discariche, entrambi inesistenti nel Thor. Quanto al calore, i rifiuti che contengono cascami di carta producono 2.500 chilocalorie per chilo, mentre dopo la raffinazione meccanica superano le 5.300 chilocalorie”.

Un esempio concreto delle sue possibilità? “Un’area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi”, informa il ricercatore. “Con queste Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali è compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile”. Il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile”.

Un’altra applicazione interessante di Thor, utile per le isole o le comunità dove scarseggia l’acqua potabile, consiste nell’utilizzazione dell’energia termica prodotta per alimentare un dissalatore, producendo acqua potabile e nello stesso tempo eliminando i rifiuti soldi urbani.



Nessun commento:

Posta un commento