domenica 16 ottobre 2011

La Fiat di Melfi con il sistema start&stop

Segnalo una bella intervista all'ingegner Mauro Palitto padre del motore che si spegne nelle soste ovvero il sistema start&stop.

Di seguito il passaggio cruciale dell'intervista e mio relativo commento:
Come fu l’accoglienza del pubblico?
La Fiat Regata ES non fu un successo, ne furono prodotte circa 5.000. La stessa rete commerciale non fu spinta alla sua diffusione. Il dispositivo start/stop creava ansia nell’utenza: al semaforo o ad un incrocio, si temeva che il motore potesse non ripartire. Timore ingiustificato perché lo start/stop della Regata ES funzionava benissimo. Probabilmente il mercato non era pronto per questa innovazione, che fu apprezzata solo in Svizzera, dove già all’epoca sui semafori cittadini figuravano dei cartelli che invitavano a spegnere il motore in caso di previsione di sosta prolungata. Testai personalmente le modalità di vendita della nostra rete. Mi presentai con una Ritmo ad un concessionario, chiedendo informazioni per l’acquisto di una Regata. L’addetto alle vendite mi fornì molte informazioni su tutte le versioni, ma non mi propose la versione ES. A quel punto chiesi: “ma non c’è anche una Regata che spegne il motore ai semafori?” La risposta fu “sì, ma quel dispositivo si può escludere semplicemente, premendo l’apposito tasto sulla plancia!”


Mio commento:
Bellissima intervista

Il seguente passaggio è eloquente, non è la FIAT ad essere ''indietro'' ma l'Italia e gli Italiani.Adesso c'è l'auto elettrica e vi dico un segreto (oddio il segreto di pulcinella) la Fiat ha pronto un motore elettrico minuscolo che può essere impiantato nel cambio roba da rompere le reni (neologismo che sa tanto di ventennio) a concorrenza cinese, giappo e coreana per i prossimi dieci anni.

lunedì 4 luglio 2011

Per un tozzo di pane

tozzo di pane basilicata

Niente nucleare? Petrolio dalla Basilicata


Il ministro Paolo Romani punta sul greggio made in Italy.

l governo italiano punta sul petrolio della Basilicata. «Per rispondere alla sfida energetica posta dalla crisi libica e da Fukushima il governo si attende un significativo contributo dalle produzioni nazionali di idrocarburi già a partire da quest'anno». Lo ha dichiarato il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, all'assemblea dell'Unione petrolifera. Romani ha citato in particolare gli «sviluppi attesi in Basilicata, dove la produzione aumenterà di oltre 90 mila barili al giorno»

In arrivo il Bonus Benzina per i lucani


I residenti della Regione Basilicata maggiorenni e con patente di guida riceveranno una carta prepagata per l’acquisto di carburante.

Con i decreti interministeriali del 12 novembre 2010 e del 21 febbraio 2011 si è, infatti, data attuazione all’articolo 45 della legge 99/09 che prevede un’aliquota di prodotto aggiuntiva del 3% sulla produzione di idrocarburi da destinare ai residenti nelle Regioni interessate.
La carta prepagata è erogata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’acquisto di carburante presso i distributori abilitati.

A chi è destinato
Per gli importi versati nel 2010, relativi alla produzione di idrocarburi nell’anno 2009, la Regione alla quale viene destinato il “Bonus Idrocarburi” è la Basilicata, il cui giacimento della Val d’Agri è il più grande d’Europa su terraferma, e rappresenta per l’Italia oltre l’80% della produzione nazionale di greggio (circa il 6% del fabbisogno energetico nazionale).
I requisiti del beneficiario (posseduti al 31 dicembre 2010) sono:

•    maggiore età
•    patente di giuda (tutte le categorie)
•    residenza nella Regione Basilicata

Come richiederlo

Si può richiedere la carta presso gli uffici postali dal 4 luglio 2011 al 10 settembre 2011. Sul sito internet di Poste Italiane sono disponibili tutte le informazioni sulle modalità di richiesta e di utilizzo della carta prepagata e la relativa modulistica. Ulteriori informazioni sono reperibili anche sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

(Fonte MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO –

90 euro di carburante a testa e tutti felici...


mercoledì 1 giugno 2011

Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me

ENERGIA: SAGLIA, BASILICATA STRATEGICA CON SVILUPPO ESTRAZIONE IDROCARBURI


Roma, 3 marzo 2011. “La Regione  Basilicata può rappresentare il nodo centrale del sistema dell’energia per il Mezzogiorno e svolgere un ruolo rilevante per l’intero Paese. Per questo il Governo e la Regione stanno lavorando a un programma per lo sviluppo sostenibile, l’innovazione della ricerca e la coltivazione delle risorse energetiche del territorio”. È quanto afferma Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, a commento dell’incontro di oggi a Matera per la Prima Conferenza Petrolio e Ambiente della Basilicata.


Nel corso della conferenza verranno valutate da Stato e Regione Basilicata le condizioni per consentire al territorio lucano, nell’ambito del Piano per il Sud, la realizzazione di un ampio programma infrastrutturale e occupazionale che stabilizzi nel tempo i benefici economici che derivano dalle estrazioni petrolifere.


“Le risorse energetiche italiane presenti nel sottosuolo lucano e la loro corretta valorizzazione – spiega il sottosegretario – sono un fattore di ricchezza e di competitività per il nostro Paese. Esse possono fornire fino al 10% del fabbisogno energetico nazionale. Il territorio della Basilicata è in grado di offrire una produzione di più di 150 mila barili al giorno. È come se ogni due giorni attraccasse in Italia una petroliera carica”.

I due grandi giacimenti presenti in Basilicata sono ubicati rispettivamente in Val d’Agri e l’altro (in produzione dal 2015) a Tempa Rossa. Il giacimento in Val d’Agri è il più grande giacimento petrolifero dell’Europa continentale, porta all’Italia oltre l’80% della produzione nazionale di greggio e copre per circa il 6% il fabbisogno nazionale. La Regione offre inoltre ulteriori e importanti potenzialità di sviluppo.

Dal 2015 il giacimento Tempa Rossa dovrebbe portare un incremento del 40% della produzione petrolifera nazionale, la riduzione della dipendenza estera per l’approvvigionamento energetico e un importante contributo alla bilancia nazionale dei pagamenti.


Romeo Tramontano

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Addetto Stampa del Sottosegretario di Stato Stefano Saglia

Ministero dello Sviluppo Economico

Via Molise, 2

00187 Roma

Per ulteriori info:
Parte dalla Basilicata la spinta del Governo verso la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali di petrolio e gas per ottimizzare gli approvvigionamenti del Paese. Una scelta imposta dagli «eventi drammatici che stanno interessando i Paesi del Nord Africa», ha ribadito il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, intervenendo ieri a Potenza, per la firma del memorandum di intesa Stato-Regione Basilicata per accelerare e raddoppiare le estrazioni petrolifere di Eni e Total.

lunedì 14 marzo 2011

Teste di Chicco

Interrompo il mio silenzio dovuto a motivi personali e pessimismo cosmico nei confronti del genere umano per infrangere svariati copyright e fare il seguente copia-incolla:

Nucleare, Mario Tozzi: “La politica
farebbe meglio a stare zitta”

Duro attacco del geologo alle reazioni della maggioranza di governo di fronte alla minaccia atomica proveniente dal Giappone distrutto dal terremoto

“Sono degli irresponsabili. Parlassero di meno e studiassero di più”. Mario Tozzi, maître à penser e mezzobusto televisivo dell’ambientalismo italiano, non usa mezzi termini nel commentare le reazioni di casa nostra al terremoto giapponese e alla minaccia di disastro nucleare. Le dichiarazioni dei vari Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini, a Tozzi non sono proprio piaciute. E’ un fiume in piena: “C’è da rimanere allibiti. Questi politici fanno finta di esser dei teorici di fisica nucleare. Non hanno nemmeno la decenza di usare la cautela che in situazioni come questa dovrebbe essere d’obbligo”.

Non parlate a Tozzi poi dell’editoriale di oggi del Messaggero a firma di Oscar Giannino. Un articolo che ha scalato la classifica delle dichiarazioni al buio che poi sono state clamorosamente smentite. Il giornalista scriveva che quanto accaduto in Giappone era “la prova del nove” della sicurezza dell’energia prodotta dall’atomo. “Che figura miserrima quella di Giannino – attacca Tozzi – Ma a una cosa è servita: a smascherare l’abitudine italiana di salire in cattedra e di parlare di cose che non si conoscono”.

Di fronte alla minaccia di un disastro nucleare, la parola d’ordine della lobby nucleare nostrana è minimizzare. “Anche l’incubo che sta vivendo il Giappone in queste ore con il danneggiamento di un reattore – continua il giornalista – in Italia viene declinato a mero strumento di propaganda politica e ideologica. Difendono l’atomo solo perché non possono tornare indietro”.

Secondo il conduttore di “Gaia, il pianeta che vive” (che tornerà in onda su Rai Tre a partire dal 31 marzo) le bugie più macroscopiche della lobby pro-atomo sono due: la sicurezza e l’economicità di questa fonte di energia. Che  la tragedia giapponese le sta drammaticamente mettendo a nudo.

“Le centrali nucleari giapponesi – spiega Tozzi – sono state costruite per sopportare un terremoto di 8,5 gradi della scala Richter. Poi cos’è successo? E’ arrivato un sisma di 8,9 e le strutture non hanno retto”. Le centrali italiane saranno costruite per resistere a delle scosse di circa 7,1 gradi, ma, come sostiene Tozzi, “chi ci assicura che un giorno non arriverà un sisma più potente?”. Nessuno, appunto. Perché i terremoti sono fenomeni che non si possono prevedere. Inoltre il disastro giapponese è avvenuto nel paese tecnologicamente più avanzato del mondo. A Tokio infatti è radicata una seria cultura del rischio che è frutto di una profonda conoscenza di questi fenomeni. “Con quale faccia di tolla i vari Cicchitto ci vengono a vendere l’idea che in Italia, in caso di terremoto, le cose possano andare meglio che in Giappone? Il terremoto dell’Aquila se si fosse verificato in Giappone non avrebbe provocato neanche la caduta di un cornicione. Da noi ha causato 300 morti. Chi può credere alle farneticazioni sulla sicurezza del nucleare italiano?”, chiede sarcasticamente Tozzi. E’ vero che l’incidente nucleare è più raro, ma è altrettanto vero che è mille volte più pericoloso. E il caso giapponese, secondo Tozzi, è da manuale: “Se a una centrale gli si rompe il sistema di raffreddamento diventa esattamente come un’enorme bomba atomica. Forse è questa la prova del nove di cui parla Giannino”.

E poi c’è la questione della presunta economicità dell’energia prodotta dall’atomo. “I vari politici e presunti esperti – argomenta Tozzi – si riempono la bocca dicendo che il kilowattora prodotto dall’atomo è più economico di quello prodotto dalle altre fonti. Ma non è vero. Noi sapremo quanto costa realmente solo quando avremo reso inattivo il primo chilogrammo di scorie radioattive prodotto dalle centrali. E cioè fra 30mila anni”. Secondo il giornalista, la lobby che vuole il ritorno del nucleare propaganda la sua convenienza economica senza tenere conto dell’esternalità, e cioè dei costi aggiuntivi che ne fanno lievitare il prezzo. Che vanno dallo smaltimento delle scorie (problema che nessun paese al mondo ha ancora risolto definitivamente) ai costi sociali ed economici di un eventuale incidente. “Sono soldi che i nuclearisti non conteggiano – dice Tozzi – perché sono costi che ricadranno sui cittadini e sulle generazioni future”.

Il 12 giugno è in programma un referendum che, fra le altre cose, chiede l’abrogazione del ritorno all’atomo dell’Italia. Il rimando a quanto successe a Chernobyl nel 1987, alle grandi mobilitazioni antinucleariste fino al referendum che sancì l’abbandono dell’energia nucleare è quasi d’obbligo. Ma a Mario Tozzi il paragone non convince: “Veniamo da 25 anni di addormentamento delle coscienze. Oggi abbiamo gente come Chicco Testa e Umberto Veronesi che fanno i finti esperti e spot ingannevoli che traviano l’opinione pubblica”. Insomma, il legame fra l’incidente che scosse le coscienze e il voto popolare che funzionò nel 1987, oggi potrebbe fallire. Ma il 12 giugno non si voterà solo per dire no all’atomo. I cittadini saranno chiamati anche ad esprimersi contro la privatizzazione delle risorse idriche e contro la legge sul legittimo impedimento. Temi che, affianco al no all’atomo, potrebbero convincere i cittadini ad andare alle urne. E consentire alla tornata referendaria di raggiungere il quorum.

di Lorenzo Galeazzi e Federico Mello

via network games