È entrato in vigore un decreto firmato da Prodi che prevede il segreto di Stato anche per gli impianti civili per produzione di energia ed altre infrastrutture critiche. Un segreto che potrebbe aprire le porte al sito unico per lo stoccaggio delle scorie radiattive
Lo scorso 1° maggio, nel silenzio generale dei media, è entrato in vigore un decreto che estende il segreto di Stato anche agli impianti civili per produzione di energia ed altre infrastrutture critiche, come l'installazione in Italia di centrali per la produzione di energia o all'individuazione di un sito unico per il deposito delle scorie nucleari prodotte dalle vecchie centrali nucleari, poi bloccate dal referendum del 1987.
Il decreto, firmato dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 16 aprile scorso, consta di 11 articoli, alcuni dei quali hanno suscitato l'allarme degli ambientalisti.
L'oggetto del regolamento
Il regolamento, si legge all'art.1, “disciplina i criteri per l'individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato, nonché individua gli uffici competenti a svolgere, nei luoghi coperti da segreto di Stato, le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco”.
Mani legate per Comuni e amministrazioni
Neppure le aziende sanitarie locali potranno accedere a questi luoghi per effettuare i normali controlli: “Nei luoghi coperti dal segreto di Stato, le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sono svolte da autonomi uffici di controllo collocati a livello centrale dalle amministrazioni interessate che li costituiscono con proprio provvedimento” (art. 9, comma 1). Questi uffici “sono costituiti da almeno due esperti per ogni singolo settore di attività che possono essere individuati nel personale medico appartenente ad amministrazioni dello Stato e nel personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ovvero da altri soggetti muniti di adeguate competenze tecniche. Tutti i componenti dell'ufficio devono essere muniti del nulla osta di sicurezza al massimo livello” (comma 2). Nei luoghi coperti dal segreto di Stato, recita il decreto, “le amministrazioni non sono tenute agli obblighi di comunicazione verso le aziende sanitarie locali ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco a cui hanno, comunque, facoltà di rivolgersi per ausilio o consultazione” (comma 3, art. 9).
Tocca ora a Berlusconi
Il governo Prodi ha individuato dunque nello strumento del segreto di Stato la soluzione all'annoso problema del deposito unico per lo smaltimento delle scorie nucleari italiane. In precedenza, il secondo Governo Berlusconi aveva individuato con un decreto il sito geologico di Scanzano Ionico, ma fu costretto a ritirarlo per le forti opposizioni popolari e delle forze politiche locali. Ora, ottenuto un nuovo mandato dagli elettori, Berlusconi potrà avvalersi del segreto di Stato per individuare il sito.
fonte: http://nuke.casaeclima.it/Default.aspx?tabid=571
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