lunedì 24 novembre 2008

Richiesta raccolta rifiuti porta a porta a Potenza e Matera?!!



I titoli dei giornali in Basilicata di questi giorni:

Emergenza rifiuti in Basilicata
Potenza è senza discarica.
A Lauria la discarica chiude a febbraio
Matera pensa all'inceneritore
Potenza prova ad imitare Napoli
Adesso dico io con una popolazione di circa 80000 abitanti faccio la seguente domanda-richiesta al sindaco di Potenza:
PERCHE' NON IMPLEMENTIAMO UN SISTEMA DI RACCOLTA PORTA A PORTA DEI RIFIUTI NELLA CITTA' DI POTENZA???!!!!


Basta andare qui vicino nel comune di Padula(SA) per prendere visione di un grande esempio di gestione dei rifiuti.
Fate girare questa richiesta.
Vedete i seguenti video per favore soprattutto quello su you tube.
http://altrabrescia.ning.com/profiles/blog/show?id=2041463%3ABlogPost%3A3990
http://www.youtube.com/watch?v=f8Lqe-_Cxm0&eurl=http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=35874294
Salviamo questa città dal degrado
IO AMO POTENZA.
http://lucaniaelettrica.blogspot.com/





domenica 23 novembre 2008

energia talassotermica o energia mareotermica il video

Anche indicata come OTEC, acronimo inglese per Ocean Thermal Energy Conversion.
Gli oceani coprono circa il 70% della superficie della Terra, costituendo così il più grande collettore solare.
Tra le acque in superficie, calde, e quelle in profondità, fredde, cè una differenza di temperatura che può superare i 25°C e che può essere sfruttata con opportuni cicli per produrre elettricità.
La tecnologia che permette di convertire l'energia termica degli oceani in energia elettrica è nota con il nome di OTEC (Ocean Thermal Energy Conversion).
Per far sì che una centrale OTEC produca una conveniente quantità di energia deve essere installata dove la differenza di temperatura tra le acque calde di superficie e le acque fredde delle profondità oceaniche è di circa 20°C.
Queste condizioni sono presenti nelle aree costiere dei mari tropicali tra il Tropico del Capricorno e il Tropico del Cancro.
Gli impianti OTEC, situabili sulla terraferma (on-shore) o in mare aperto (off-shore) su navi o piattaforme ancorate, possono essere sostanzialmente di tre tipi: * a ciclo aperto, Open-Cycle OTEC; * a ciclo chiuso, Closed-Cycle OTEC; * ibrido, Hybrid-Cycle OTEC.
Nei sistemi a ciclo aperto, l'acqua di mare calda è il fluido di processo che viene pompato in un evaporatore flash, dove condizioni di bassa pressione, tipicamente 0,03 bar ne causano l'evaporazione alla temperatura di 22°C.
Il vapore generato si espande in una turbina di bassa pressione, collegata con un generatore elettrico, e viene successivamente condensato, passando attraverso un condensatore posto a contatto con l'acqua fredda delle profondità oceaniche.




venerdì 21 novembre 2008

Istria libera e indipendente


L'Istria deve essere indipendente. Ritornerebbero circa 100000 Italiani nel giro di 5 anni.
In onore di mio nonno eroe di Fiume.
http://www.edit.hr/lavoce/
http://www.adesonline.com/

giovedì 20 novembre 2008

sabato 15 novembre 2008

La mia Lucania (e)saudita di Gaetano Cappelli

di Gaetano Cappelli


Vita sociale in Basilicata prima del petrolio. Quanti anni saranno passati da quella sera? Dieci, ma forse quasi vent’anni. Eravamo giovani, questo me lo ricordo bene, e ce ne stavamo seduti al solito ristorante del sabato secondo l’uso meridionale: uomini da una parte, donne dall’altra; s’era iniziato a dividerci per gioco, poi sarebbe diventata un’onesta abitudine essendo le chiacchiere degli uomini diverse dalle chiacchiere delle donne. Ma, quella sera, l’argomento era e non poteva che esser uno: in Basilicata avevano appena scoperto il petrolio e noi, nel nostro fondo di provincia, ci sentivamo improvvisamente al centro della nazione, dell’Europa, del mondo!

Lucania Saudita. Come ci ripetevamo entusiasti, si trattava del giacimento più immenso d’Europa. Grosse grasse somme di danaro, sotto forma di royalties, ci avrebbero reso, noi basilischi, i più poveri tra i poveri terroni, ricchi come arabi e non più bisognosi di sovvenzioni ma al contrario pronti a dispensarne; né più saremmo emigrati ma casomai avremmo ora aperto noi le porte della Lucania Saudita ai bisognosi. Quella sera, una ragguardevole quantità di Aglianico aveva riempito i nostri bicchieri e ce ne tornammo a casa pieni di sogni e desideri anche se poi nessuno tra noi si arricchì col petrolio; nessuno proprio in generale, se è per questo, visto che i lucani sono oggi più poveri.

Controsenso karmico. Circa centomila barili di greggio vengono estratti ogni giorno dal nostro fondo di provincia. Sì, non s’è prodotta una grande occupazione — richiedendo gli impianti pochi addetti — e fissare le royalties a un misero 7 per cento non è stato il grande affare che si credeva ma lo stesso nelle casse della Regione s’è creato quel gettito di centinaia di milioni di euro che avrebbe dovuto incentivare nuove attività e imprese. Invece, secondo l’ultimo recentissimo rapporto Istat, i lucani occupano il posto d’onore sul podio dei poveri d’Italia insieme ai siciliani.

Ma com’è mai possibile visto che oltretutto siamo quattro gatti — seicentomila, meno di un quartiere di Roma — e possediamo ogni pensabile risorsa? Il petrolio certo, ma anche acqua talmente buona che è venuta a comprarsela la Coca-Cola, e il sontuoso Aglianico; e peperoni di Senise, fagioli di Sarconi nonché il meraviglioso pecorino di Moliterno — diffidate dell’imitazione sarda, prego! — e spiagge, come si dice, incontaminate, e Maratea, uno-dei-dieci- facciamo-trenta-più-bei-posti-del-mondo? Come si spiega allora, eh?, come si spiega che continuiamo a esser poveri, anzi che diventiamo sempre più poveri?

Scarso senso degli affari, ancora più scarsa capacità progettuale, si dirà: visto che una buona parte delle royalties destinate alle nuove imprese rimangono inutilizzate. Strano però che i lucani, appena fuori dai confini regionali, si trasformino in fior fior di imprenditori. Ma non sarà, per caso, una maledizione?

Ricco come un texano. Così qualcuno potrebbe esser tentato di rivolgersi a una delle nostre celebri masciare come, negli anni Sessanta, fece il latifondista Michelantonio dell’Arco, il quale fiutando che il metano, allora scoperto, invece di renderlo ricco come un texano, sarebbe stata la causa stessa dell’espropriazione delle sue amate terre, si rivolse alla potente strega Lia la Bavosa. Lia gli s’inginocchiò davanti, gli denudò i piedi e dopo aver fatto un bolo di saliva... be’, lasciamo perdere. Fatto sta che da miserabile Re del Gas lo tramutò in ricco Re della Gassosa; noi, da Sovrani del Parco Energetico, potremmo chiederle di farci tornare a esser gli arcadici Sovrani dei Parchi Naturali secondo la vecchia freddura: «Scusi lei è lucano?», «No lu cano è là sotto. Io so’ lu pastore!». Ma chi, oggi, si sottoporrebbe al terribile rituale della Bavosa? No, signori, indietro non si torna. Rimbocchiamoci le maniche piuttosto. D’altra parte siamo in tempo: ci sono ancora ben 465 milioni di barili da estrarre, per un valore astronomico di 50 miliardi di dollari con la conseguente magnifica percentuale in royalties che ci spetta — davvero un gran pacco di soldi! E per una volta che la fortuna ci arride, be’ cerchiamo di meritarcela.

giovedì 13 novembre 2008

Cucina ad induzione il video

Cucine a induzione


Le cucine a induzione consentono di cucinare rapidamente, risparmiando energia. Per questi loro vantaggi sono impiegate da tempo nelle grandi aziende e sempre di più anche nelle economie domestiche private.
In questo tipo di cucine l’energia calorica è generata da campi magnetici a media frequenza. Essi attraversano il fondo delle pentole producendo energia elettrica che scalda il contenitore e il suo contenuto.
Da tempo, il riscaldamento di elementi elettricamente conduttivi per induzione trova molteplici applicazioni a livello industriale. Nelle abitazioni private questo principio è utilizzato soprattutto per le cucine, nelle quali il calore è prodotto direttamente nel fondo della pentola e non per conduzione attraverso la zona di cottura come avviene nelle cucine convenzionali. Le cucine a induzione presentano tutta una serie di vantaggi: rapidità di reazione e di prima cottura o ebollizione, riduzione dei tempi di cottura, risparmio di energia, minor rischio di scottature o d’incendi perché le zone di cottura non raggiungono alte temperature.

1. Informazioni tecniche

Frequenza: 20 – 100 kHz
Potenza: fino a 7500 W

Principio della cottura a induzione
Ogni piastra della cucina a induzione contiene una bobina induttrice attraverso la quale scorre una corrente alternata a media frequenza (20 – 100 kHz). Questa corrente genera un campo magnetico della stessa frequenza, il quale attraversa senza ostacoli il piano di cottura di vetroceramica e s’infiltra nella pentola situata sul piano di cottura (figura 1). Il campo magnetico crea nel fondo della pentola elettricamente conduttivo una corrente circolare (corrente parassita). Questo principio è detto induzione. Il fondo delle pentole è fabbricato con un materiale in cui, alla frequenza utilizzata, la corrente parassita perde notevolmente calore. Questo fenomeno avviene nei materiali magnetici, particolarmente permeabili. Il loro campo alternato è spinto sulla superficie esterna del fondo della pentola (effetto pelle) aumentando la resistenza e producendo di conseguenza un maggiore riscaldamento. Inoltre, il campo magnetico alternato genera demagnetizzazioni nei fondi delle pentole, le quali contribuiscono a loro volta a produrre calore (perdite per isteresi) [1].
Induktion Prinzip
Figura 1: Struttura schematica di una cucina a induzione. Fonte [2]
Formazione dei campi di dispersione
Il campo magnetico non raccolto dalla pentola attraverso l’induzione è detto campo di dispersione. Esso si forma soprattutto se la superficie della pentola non copre totalmente la zona di cottura [3]. Considerato che la corrente parassita genera a sua volta un campo magnetico nel fondo della pentola che contrasta il campo magnetico del fornello, quest'ultimo e il campo di dispersione vengono indeboliti.

Formazione delle correnti derivate
La bobina induttrice e la pentola sulla piastra creano un condensatore elettrico. Accendendo la bobina induttrice la pentola si carica elettricamente. Se una persona la tocca, una leggera corrente (corrente derivata) può percorrere il suo corpo [7].

Potenze tipiche
Negli apparecchi concepiti per l’uso privato sono previste generalmente quattro zone di cottura con potenze che variano dai 1200 ai 3600 Watt. Nelle cucine a incasso la potenza totale è di ca. 7500 Watt. Per una prima rapida cottura o per scaldare l’acqua i fornelli possono essere azionati per breve tempo con una potenza supplementare (booster o funzione power).
Questa tecnologia innovativa della cottura, tramite la generazione di un campo elettromagnetico, si è tradotta in un miglioramento delle prestazioni, una riduzione dei consumi, una totale assenza di dispersione di calore, ed un aumento della sicurezza in cucina. Basti pensare che i piani cottura ad induzione sfruttano al massimo l'energia assorbita con un rendimento del 90% mentre i tradizionali fornelli, per la natura del loro principio di funzionamento, rendono solo il 40-60% disperdendo circa la meta' dell'energia nell'ambiente circostante.

Rendimenti approssimativi dei vari piani cottura:

  • Induzione 90%
  • Alogeno 58%
  • Elettrico 47%
  • Gas 40%
Si noti come i piani cottura a induzione siano in grado di trasformare una percentuale altissima di energia utilizzata in calore utile al riscaldamento dei cibi, mentre gli altri piani cottura hanno una grossa dispersione nell'ambiente circostante per cui la spesa di energia risulta doppia in quanto circa la metà dell'energia utilizzata viene sprecata.
Risulta chiaro che per scaldare lo stesso contenuto, tramite l'utilizzo di un fornello a gas ci vorrà più tempo, ed il calore non sarà irradiato in maniera uniforme su tutta la pentola, questo perchè mentre un fornello a gas trasferisce il calore attraverso il fuoco SULLA PENTOLA, il piano ad induzione trasferisce un campo elettromagnetico che genererà calore NELLA PENTOLA .

Ma come funziona la cucina a induzione elettromagnetica ?

Il principio è veramente molto semplice. Quando si posa un recipiente metallico ferroso sulla piastra, un induttore elettrico sottostante crea un campo magnetico al suo interno. Il campo magnetico creato genera nel recipiente metallico ferroso delle correnti chiamate, dal nome dell'inventore, “di Foucault” che trasformano al suo interno l’energia magnetica indotta in energia calorica provocandone il riscaldamento. Il campo elettromagnetico che dà luogo al riscaldamento della zona di cottura infatti, si origina solo a contatto con il recipiente e si mantiene circoscritto alla superficie dello stesso; questo consente di mantenere fredda la superficie del piano attorno alla zona di cottura in funzione garantendo una maggiore sicurezza e un’estrema facilità di pulizia in caso di fuoriuscita accidentale di liquidi, evitando la formazione di incrostazioni.

Quali sono i vantaggi dei piani a induzione ?

Utilizzando il sistema ad induzione, i tempi di cottura di alcuni cibi, come pasta o sughi, vengono sensibilmente ridotti. Basti pensare per esempio che i tempi di ebollizione per due litri d'acqua sono quasi dimezzati: un the? Solo alcuni secondi! Lo suggeriamo soprattutto agli anziani poichè è molto improbabile che tramite questo sistema possano bruciare le pentole, ci si possa scottare, o prendere la corrente (fate comunque attenzione, improbabile non significa impossibile). E' molto improbabile anche che si possano appiccare incendi domestici: infatti questo sistema evita il rischio del pericolo di fughe di gas ed i rischi connessi alla fiamma libera (logicamente, come in tutte le cose, nonostante la grande sicurezza di questi sistemi, un guasto può sempre capitare).

Fra i benefici dell'utilizzo dei piani ad induzione rispetto ai tradizionali troviamo:
  • costo di esercizio ridotto rispetto ai tradizionali fornelli a gas o elettrici;
  • economico: consuma energia solo quando il contenitore è appoggiato alla piastra;
  • ad alto rendimento e minima dispersione di calore: rendimento del 90% contro il 40-50% dei fornelli tradizionali;
  • riscaldamento immediato delle pentole;
  • controllo immediato della variazione di temperatura della pentola per bloccare istantaneamente l'ebollizione, oppure per cotture molto vivaci o assolutamente dolci;
  • rapidità di cottura spesso paragonabile a quella del microonde (da un terzo fino al 50% rispetto ad un fornello tradizionale): due litri di acqua vengono portati ad ebollizione in circa 5 minuti contro gli 8 minuti necessari con un fornello a gas. Ciò riduce di conseguenza il consumo di energia elettrica necessaria;
  • il calore è costante ed omogeneo evitando che i cibi attacchino subito al fondo, si possono quindi ridurre i condimenti e i grassi, i cibi mantengono un aspetto migliore;
  • sicurezza: si leva la pentola e la zona si spegne, non lo si può dimenticare acceso, non si attiva accidentalmente a contatto di oggetti metallici di piccole dimensioni come posate, anelli, bracciali, ecc.;
  • sicurezza: il piano in vetro ceramica circostante rimane freddo;
  • sicurezza: evita il rischio del pericolo di fughe di gas e i rischi connessi alla fiamma libera;
  • facilità di pulizia: il piano è totalmente liscio ed ermetico, un colpo di straccio umido e torna pulito, non vi si attacca nulla;
  • maggior comfort durante la cottura ed un risparmio medio del 30% in tempo
  • silenziosità: il piano cottura non genera rumori;
  • tecnologicamente avanzato;
  • offre gradevolezza estetica.
Per il corretto funzionamento delle piastre ad induzione è necessario l'utilizzo di pentole a fondo piatto costruite con acciai ad alto contenuto ferritico inox 410 o similari, in linea di massima se le si attacca una calamita significa che la pentola va bene (niente pentole di alluminio, vetro, terracotta, o ceramica: consigliamo di utilizzare padelle speciali sulle quali il fabbricante abbia indicato che sono adatte per cucinare a induzione), inoltre il contatore per la fornitura elettrica dev'essere dimensionato adeguatamente in quanto il normale contratto da 3KW non è generalmente sufficiente per alimentare contemporaneamente le quattro zone di cottura messe alla massima potenza e gli altri elettrodomestici della casa. Esistono tuttavia piani cottura "intelligenti" di ultima generazione dotati di un software per l'ottimizzazione dei consumi in grado di mantenere un basso tenore di assorbimento, solitamente entro i 3KW massimi.







mercoledì 5 novembre 2008

10000 visitatori unici Grazie!!


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Un gioco iniziato 2 anni fa che si trasforma continuamente...
Grazie per regalo vi mostro l'immagine che mi ha cambiato la vita:
Indovinate che cos'è?