sabato 24 novembre 2007

Legalizziamo il mulo! (legalizzare il peer-to-peer)

A BETTER WAY FORWARD

(Un modo migliore di andare avanti?)

Licenza collettiva volontaria di condivisione di file musicali

"Let the Music Play" White Paper

Le attuali battaglie che si stanno combattendo intorno alla condivisione

di file nelle reti Peer To Peer (P2P) sono uno spreco che crea perdite a

tutti. Le case discografiche continuano a registrare cali di vendita,

mentre i milioni di condivisori di file -che sono fan della musica- sono

additati come criminali. Ogni giorno i danni collaterali aumentano: la

privacy a rischio, l'innovazione repressa, la crescita economica persa e

le poche sfortunate persone che vengono isolate, sono trascinate in

tribunale dalle industrie discografiche. Inoltre la campagna di denuncie

dei fan della musica non ha portato un solo centesimo nelle tasche degli

artisti.

Ci serve un modo migliore per andare avanti.

LE PREMESSE

Primo, gli artisti ed i detentori dei diritti meritano di essere

ricompensati adeguatamente.

Secondo, il file sharing è qui per restare. La chiusura di Napster ha

semplicemente generato reti più decentralizzate. Molte inchieste

dimostrano che la condivisione di file è oggi altrettanto popolare

quanto lo era prima che iniziassero le denunce legali.

Terzo, i fan svolgono un miglior lavoro di distribuzione della musica di

quanto non facciano le case discografiche. La vendita su internet di

iTUnes Music Store di Apple vanta un archivio di più di 500.000 canzoni.

Sembra tanto, fino a che non si viene a sapere che i fan hanno reso

disponibili *milioni* di canzoni solo su KaZaA. Se le nubi legali si

dileguassero, le reti peer-to-peer presto migliorerebbero ulteriormente.

Quarto, ogni soluzione deve ridurre al minimo gli interventi del governo

a vantaggio di una solo attore del mercato.

LA PROPOSTA: LICENZA VOLONTARIA COLLETTIVA

La Electronic Frontier Foundation (EFF) ha passato gli ultimi anni a

valutare le alternative che consentano di pagare gli artisti e

contemporaneamente rendere legale la condivisione di file. Il concetto è

semplice: l'industria musicale usa una società di esazione, che in

seguito offre ai fan della musica che condividono file l'opportunità di

"passare alla legalità" in cambio di un ragionevole pagamento

ricorrente, ad esempio 5$ al mese. Fino a quando pagano, i fans sono

liberi di continuare a fare quello che farebbero in ogni caso

-condividere la musica che amano utilizzando un qualsiasi programma di

loro scelta sulla loro piattaforma pc preferita- senza timore di

incorrere in denunce legali. Il denaro raccolto viene diviso tra i

detentori dei diritti in base alla popolarità della loro musica.

In cambio, i fan che condividono file musicali saranno liberi di

scaricare qualsiasi cosa essi preferiscano, utilizzando i programmi che

ritengono più performanti. Con il crescere della competizione tra

applicazioni software, l'innovazione ed i miglioramenti accelereranno.

Con l'aumentare della libertà dei fan di pubblicare ciò a cui tengono,

il catalogo si farà sempre più grande.

IL PRECEDENTE: LE TRASMISSIONI RADIOFONICHE

E' già stato fatto in passato.

Con la costituzione di società di esazione come ASCAP, BMI e SESAC [ndt:

SIAE, in Italia] gli autori musicali hanno portato le radiotrasmissioni

a onorare i copyright nella prima metà del ventesimo secolo.

GLi autori vedevano inizialmente la radio allo stesso modo in cui oggi

l'industria musicale considera gli utenti di KaZaA: come pirati. Dopo

avere tentato di chiudere le radio a suon di cause, gli autori alla fine

si sono riuniti per formare la ASCAP (e successivamente BMI e SESAC). Le

stazioni radio interessate alla trasmissione della musica si fecero

avanti. Pagarono un compenso, ed in cambio ottennero di suonare

qualsiasi musica avessero preferito, utilizzando le atrezzature che

funzionavano meglio. Oggi le società che raccolgono i diritti di

esecuzione ASCAP e BMI intascano i soldi e pagano milioni di dollari

ogni anno agli artisti. Anche se queste società di esazione ricevono una

certa dose di giuste critiche, non c'è viene messo in dubbio sul fatto

che il sistema che si è evoluto per le radio è preferibile ad uno basato

sull'intentare causa alle radio per eliminare un'emittente alla volta.

Gli avvocati del copyright chiamano tutto questo "licenza collettiva

volontaria". Lo stesso potrebbe accadere oggi per la condivisione di

file: i detentori dei diritti potrebbero riunirsi per offrire la loro

musica in un modo semplice da pagare, senza limitazioni. Possiamo

raggiungere questo obiettivo senza bisogno di modificare le norme sul

diritto d'autore e con minimi interventi da parte del governo.

I SOLDI: COME RACCOGLIERLI

Partendo dai soli 60 milioni di Americani che hanno utilizzato i

software di la condivisione di file, 5$ al mese produrrebbero un totale

netto maggiore di 3 miliardi di dollari da spartirsi secondo il patto,

senza regalie alle stazioni radio, percentuali a KaZaA o altre spese. La

cosa migliore è che una fonte di guadagni sempreverde: soldi che

continuano ad arrivare, in tempi buoni e cattivi, fintanto che i fan

desiderano musica digitale online. La torta cresce al crescere della

condivisione di file su internet, invece di ridursi. L'ammontare lordo

totale annuo dell'industria musicale è valutato oggi in 11 miliardi di

dollari. Ma è il guadagno *lordo*. Un regime di licenza collettiva per

la condivisione di file promette 3 miliardi di *profitti* annuali alle

etichette musicali -- più di quanto essi abbiano mai realizzato.

Come far sì che i condivisori di file paghino? Ecco dove interviene il

mercato: quelli che oggi sono sotto minacce legali avranno ampi

incentivi a optare per una semplice tariffa di 5$ al mese. Dovrebbero

esserci tutti i possibili metodi di pagamento realizzabili dal mercato.

Alcuni potrebbero compiere l'acquisto direttamente da un sito web (dopo

tutto, era questa l'intenzione della RIAA nel suo programma di

"amnistia"). I fornitori di accesso ad internet potrebbero includere la

tariffa nel prezzo dei loro servizi a banda larga per i clienti

interessati a scaricare musica. Dopotutto i fornitori di connettività

potrebbero essere felici di pubblicizzare pacchetti di connessione a

banda larga che comprendono "download di tutta la musica che volete". Le

Università potrebbero rendere il costo parte dei costi di fornitura dei

servizi di rete agli studenti. I venditori di software peer-to-peer

potrebbero includere la tariffa nel quadro di un pacchetto di

abbonamento al proprio software, cosa che dissiperebbe nettamente

qualsiasi ombra di incertezza legale che ha inibito gli investimenti nel

campo dei programmi p2p.

I SOLDI: COME DIVIDERLI

I soldi raccolti sarebbero divisi tra gli artisti ed i detentori dei

diritti in base alla popolarità della loro musica.

Determinare cosa sia popolare può essere fatto utilizzando un insieme di

controlli anonimi su quali file siano condivisi dalle persone (cosa che

alcune compagnie come Big Champagne e BayTSP stanno già facendo) e

individuare volontari che servano come equivalenti dei campioni Nielsen

per la musica digitale. Miliardi di dollari spesi in pubblicità

televisiva sono divisi oggi con sistemi come questo. In un ambiente

digitale, una miscela di questi approcci potrebbe ottenere l'equilibrio

tra la protezione della privacy e la stima accurata della popolarità dei

brani.

I VANTAGGI

I vantaggi di questo approccio sono chiari.

Gli artisti ed i detentori dei diritti sono pagati. In più, col crescere

della banda larga, il compenso aumenta, spingendo le potenti lobby

dell'industria dell'intrattenimento a lavorare per ottenere un'internet

più grande, innovativa ed aperta, invece di osteggiarla.

L'intervento governativo è ridotto all'essenziale: nessuna modifica alla

normativa sul diritto d'autore, e la società di esazione stabilisce la

propria tariffa. La cifra di 5$ al mese è un suggerimento, non un

obbligo. Comunque sia, il mercato manterrà il prezzo ragionevole: le

società di esazione fanno maggiori incassi con prezzi appetitosi e ampie

basi di sottoscrittori che con prezzi maggiori e costosi mezzi per

applicarli.

Lo sviluppo della banda larga riceve una nuova spinta rendendo legittima

la sua "killer application" (applicazione vincente): la condivisione di

file.

I dollari degli investimenti verranno riversati nelle mercato del

software di condivisione dei file di musica digitale una volta che

questo sarà reso legittimo. Invece di limitarsi a pochi "servizi

autorizzati" come iTunes di Apple e Napster 2.0, si vedrà un mercato

competitivo di applicazioni e servizi per la condivisione di file.

Fintantochè le persone avranno la licenza, le società tecnologiche

potranno smettere di preoccuparsi dell'inestricabile labirinto di

diritti, concentrandosi nella realizzazione di prodotti più attrattivi

per i fan e di servizi in un mercato in competizione.

I fan della musica avranno infine un completo e legittimo accesso alla

illimitata scelta di musica che le reti di condivisione di file hanno

fornito sin dai tempi di Napster. Tolta l'ombra delle azioni legali,

tali reti miglioreranno rapidamente.

Sarà eliminato il collo di bottiglia della distribuzione che ha limitato

le possibilità degli artisti indipendenti. Gli artisti potranno

scegliere qualsiasi strada per la popolarità online: incluso, ma non

limitato a, un contratto con una delle grandi case discografiche.

Fintantochè le loro canzoni saranno condivise online tra fan, essi

saranno pagati.

Il compenso verrà solo da chi sarà interessato a scaricare musica, e per

il periodo in cui essi saranno interessati a scaricarla.

COME TUTTO CIO' AIUTA GLI ARTISTI?

Gli artisti beneficiano in almeno tre maniere.

Primo, gli artisti saranno pagati per la condivisione di file, che

diverrà una normale attività della vita in rete.

Secondo, gli artisti indipendenti non avranno più bisogno di un accordo

di registrazione con una grande etichetta per raggiungere grandi numeri

di potenziali fan: fintantochè avranno alcuni fan che condividono la

loro musica online, altri saranno in grado di accedere alla loro musica

nello stesso modo in cui possono accedere ai contenuti forniti dalle

grandi etichette. In altre parole, la distribuzione digitale sarà a

disposizione in maniera uguale a tutti gli artisti.

Terzo, per quanto riguarda la promozione, gli artisti saranno in grado

di usare qualsiasi meccanismo preferiscano, invece di dover dipendere

dal fatto che le grandi etichette spingano le esecuzioni in radio. Tutto

cio che renderà il loro lavoro popolare tra i condivisori di file gli

porterà un ritorno. Ci sarebbe sempre un ruolo per l'industria

discografica: molti artisti vorranno sempre un aiuto con la promozione,

lo sviluppo dei talenti, ed altri servizi di supporto. Con più opzioni

tra cui scegliere, gli artisti otterranno contratti più equi rispetto ai

patti a senso unico che gli sono offerti oggi.

E L'ANTITRUST?

Dal momento che una soluzione di licenza collettiva dipende su una

singola società di esazione che emetta licenze per coprire tutti (o

quasi tutti) i diritti d'autore musicali, ci sarà il bisogno di una

qualche regolamentazione antitrust che assicuri che la società di

esazione non abusi della propria posizione dominante. Sia ASCAP che BMI,

ad esempio, sono state soggette a regolamentazioni di adeguamento alle

norme antitrust per numerose decadi. La regolamentazione deve essere

completa, dato che la società di esazione venderà, sostanzialmente, un

solo prodotto ad un solo prezzo a tutti i suoi clienti. I legislatori

terranno lo sguardo puntato sulla società di raccolta per assicurarsi

che tratti con equità gli artisti ed i detentori dei diritti, la maggior

parte dei quali si baserà sulla società di esazione per i compensi della

condivisione di file non in commercio.

COME SI ASSICURA UNA DIVISIONE ACCURATA DEI SOLDI?

La trasparenza sarà critica. La società di esazione deve tenere aperti i

propri registri per l'esame degli artisti, dei detentori dei diritti e

del pubblico. Questo ente dovrebbe essere non-profit e dovrebbe

impegnarsi a mantenere i propri costi amministrativi al minimo. Ci sono

esempi di simili società di esazione nell'industria musicale, come ASCAP

e SoundExchange. Noi dovremmo apprendere e migliorare il loro esempio.

Dando agli artisti una maggior voce in capitolo si può far sì che

vengano affrontati anche i loro attuali problemi con le società di

raccolta.

Per quel che riguarda la determinazione effettiva della popolarità delle

opere, dobbiamo bilanciare l'esigenza di un'accuratezza perfetta come un

"censimento" con la necessità di difendere la privacy. Un sistema basato

su un campione raggiunge un buon equilibrio tra questi obiettivi. Da una

parte, in una rete pubblica di P2P, è relativamente semplice determinare

che cosa la gente stia condividento. Big Champagne fa già questo,

compilando una "Top 10" delle reti P2P. Questo tipo di monitorizzazione

non compromette la privacy dell'utente, dato che il controllo non lega i

file condivisi con informazioni identificabili con individui. Allo

stesso tempo, questo controllo generico della rete può essere completato

con il controllo di volontari che costituiscano i "campioni Nielsen" del

P2P.

COSA AVVERRA' SE L'INDUSTRIA MUSICALE NON SEGUIRA' QUESTA VIA?

L'industria musicale è ancora molto lonatana dall'ammettere che i

modelli di business esistenti sono obsoleti. Ma l'attuale sforzo di fare

causa a milioni di fan americani della musica per sottometterli è

destinato a fallire. Dopo altri pochi trimestri di vendite

insufficienti, con le reti di condivisione di file ancora in crescita e

i "servizi autorizzati" non in grado di coprire i fatturati in crollo,

l'industria musicale avrà bisogno di un "Piano B" [ndt: una sorta di

"pillola del giorno dopo"]. Speriamo che essi capiscano che la licenza

collettiva volontaria è il modo migliore per andare avanti.

Se, invece, continueranno la loro guerra contro Internet e ad infliggere

danni collaterali alla privacy, all'innovazione e ai fan della musica,

allora potrebbe essere il momento per il Congresso di intraprendere

passi che ne forzino la mano. Il Congresso potrebbe porre in essere una

"licenza obbligatoria" e creare una società di raccolta per portarci

verso una soluzione adeguata. Il coinvolgimento del Governo dovrebbe

comunque essere una risorsa estrema: l'industria musicale ha il potere

di realizzare una soluzione più adeguata e flessibile sin da ora.

COSA SARA' DEGLI ARTISTI CHE NON VORRANNO AVERE PARTE IN QUESTO? COME SI

POSSONO RACCOGLIERE TUTTI I DIRITTI?

Gli artisti ed i detentori dei diritti avranno la scelta tra unirsi alla

società di esazione, e quindi di raccogliere la loro parte di compensi

raccolti, o di rimanere al di fuori della società senza avere un mezzo

pratico per ricevere una ricompensa per la condivisione di file, che

inevitabilmente continuerà. Assumendo che una massa critica di grandi

proprietari di diritti si unisca alla società di raccolta, la maggior

parte dei piccoli proprietari avrà un forte incentivo a unirsi, così

come virtualmente tutti gli autori musicali professionisti si uniscono a

ASCAP, BMI o SESAC.

La complessità dei contratti dell'industria musicale e la sua storia

rendono molto difficile per le etichette discografiche e gli editori di

musica di essere sicuri su quali diritti essi controllano. In accordo

con questo, unendosi alla società di raccolta, i detentori dei diritti

non verranno costretti a elencare i diritti detenuti, ma converranno

invece semplicemente di non intentare azioni legali contro chi paga la

tariffa della licenza onnicomprensiva. In questo modo, i fan della

musica e gli innovatori non saranno fermati dalle beghe contrattuali

interne che affliggono l'industria musicale.

CHE SARA' DEI CONDIVISORI DI FILE CHE NON PAGHERANNO?

La gran parte di chi condivide file desidera pagare una cifra

ragionevole per la libertà di scaricare ciò che essi preferiscono,

utilizzando qualsiasi software a loro congegniale. In aggiunta a coloro

che opteranno di prendere la licenza se gli sarà data l'opportunità, le

licenze di molti altri saranno pagate da intermediari, come i fornitori

d'accesso, le università, ed i rivenditori di software.

Purchè la tariffa sia ragionevole, in effetti invisibile ai fan, e non

ne limiti le libertà, la gran parte dei condivisori di file sceglierà di

pagare invece che doversi sobbarcare complessi sforzi per evadere.

Fintantochè il "libero sownload" sarà limitato ad una percentuale

relativamente bassa di condivisori di file, non dovrebbe porre un serio

rischio ad un sistema di licenze collettive. Dopotutto oggi gli artisti

ed i detentori di diritti non sono pagati per niente per la condivisione

di file: dovrebbe essere facile fare meglio di così con una licenza

collettiva. I detentori dei diritti (e forse la stessa società di

raccolta) continuerebbero ad avere titolo a imporre i loro diritti

contro chi "scarica gratis". Invece di minacciarli di danni ingenti,

tuttavia, la società di esazione potrebbe offrire ai ritardatari la

possibilità di pagare una multa e passare alla legalità. Questo è quanto

oggi fanno le società di esazione.

E LE ALTRE NAZIONI?

I detentori di diritti non americani saranno ovviamente i benvenuti per

la società di raccolta. Essi potranno unirsi e ricevere la propria

corretta parte di tariffe raccolte dai condivisori di file americani.

Per quanto riguarda i condivisori di file di altri paesi, ci sono tutte

le ragioni per credere che se un approccio di licenza collettiva avrà

successo negli USA, saràimitato con entusiasmo all'estero.

Oggi un numero relativamente basso di nazioni è responsabile di quasi

tutti gli introiti dell'industria musicale. Perciò stabilendo un sistema

di licenza collettiva in pochi paesi si potrebbe invertire la spirale di

discesa degli introiti dell'industria musicale. L'industria musicale ha

già un sistema internazionale di "compensazione" per pareggiare i

pagamenti tra paesi.

COSA SARA' DEI SERVIZI MUSICALI AUTORIZZATI?

I "servizi musicali autorizzati" come iTunes di Apple e Napster 2.0

saranno liberi di competere contro i servizi P2P, esattamente come oggi.

In aggiunta, potrebbero essi stessi adottare elementi dell'architettura

P2P, espandendo drammativamente l'archivio musicale che possono offrire

ai fan della musica.

COME SI PUO' IMPEDIRE ALL'INDUSTRIA MUSICALE DI IMPORRE TARIFFE ELEVATE?

I costi di imposizione affrontati dalla società di esazione per la

condivisione di file terranno i prezzi allineati. Dopo tutto, se la

società richiedesse troppo, gli intermediari non sarebbero in grado di

includere le tariffe nei costi dei loro prodotti (una licenza di 5$ al

mese in un abbonamento a banda larga da 50$ al mese ha senso; cercare di

attaccare una licenza da 100$ al mese, invece non funzionerebbe) e i

condivisori di file probabilmente si ribellerebbero in gran numero. Ad

esempio, quando gli studios cinematografici chiedevano 90$ per un film

in VHS, dovettero affrontare una pirateria diffusa. Capirono che

abbassando i prezzi potevano fare più soldi ed eliminare gran parte del

problema della pirateria. In altre parole: prezzi ragionevoli fanno

lavorare il sistema per tutti.

COSA DIRE A PROPOSITO DI FILM, PROGRAMMI, VIDEOGIOCHI E DEGLI ALTRI

CONTENUTI DIGITALI?

L'industria musicale sembra essere l'unica industria incapace di

adattare il proprio modello di business a tenere conto della

condivisione di file. E' stata l'industria musicale a mostrare la via,

compiendo azioni legali contro i fornitori di accesso, le industrie di

software e le persone amanti della musica.

L'industria cinematografica, in contrasto, sta vivendo il periodo con

maggiori profitti della propria storia. Le industrie del software e dei

videogiochi continuano a mostrare una forte crescita e la capacità di

generare profitto. Ciascuna di queste industrie ha intrapreso passi per

adattare il proprio modello di business alle realtà della condivisione

di file.

Naturalmente se altre industrie volessero formare volontariamente delle

società di esazione ed offrire licenze che coprano i condivisori di

file, non esiste niente che glielo impedisca. Le persone sarebbero in

questo caso libere di acquistare la licenza se fossero interessate a

scaricare questi materiali dalle reti di condivisione di file.

Nota: questo documento è rilasciato sotto la licenza Creative Commons

Attribution-NoDerivs. Si veda

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